È stato pubblicato sul sito del ministero delle Infrastrutture lo studio che boccia la Torino-Lione. Più costi che benefici per 7 miliardi secondo la task force guidata da Marco Ponti su incarico del ministro Danilo Toninelli. Oltre Ponti, la commissione era formata Paolo Beria, Alfredo Drufuca, Riccardo Parolin e Francesco Ramella. Secondo il titolare ai Trasporti «i dati sono impietosi ma non è una valutazione negativa contro la Francia o l’Unione europea. Decisione finale ora spetta al governo».
L’analisi giuridica
Pubblicata anche l’analisi giuridica. Secondo i tecnici, i contenziosi in caso di rinuncia alla Tav ammonterebbero fino al 30% dei costi quantificati. Nell’analisi giuridica curata dall’Avvocatura dello Stato si legge che i «molteplici profili evidenziati non consentono di determinare in modo netto i costi in caso di scioglimento» degli accordi.
Merci bilancio in rosso ma benefici per i passeggeri
Merci in profondo rosso, secondo l’analisi, però ci sarebbero benefici per i passeggeri. In particolare, se il servizio merci sui binari viaggerebbe in rosso, con un effetto negativo pari a 463 milioni di euro, invece per la linea passeggeri ci sarebbe un beneficio di 1,3 miliardi di euro.
Boccia (Confindustria): «Nei cantieri 50mila posti di lavoro»
Il leader di Confindustria, Vincenzo Boccia commenta: «Auspichiamo che il governo abbia una unica e grande priorità: l’occupazione, il lavoro. L’apertura di questi cantieri a regime determina 50mila posti di lavoro. Se per il Governo questo basta… A noi basta come analisi costi-opportunità, in una fase delicata per l’economia, in cui va messo al centro il lavoro. È una grande occasione per dare lavoro a 50mila persone. Io l’analisi già l’ho fatta: ho dato un dato, a noi basta».
Il ministro Toninelli: «Decisione finale spetta al governo»
«Come ciascuno adesso può vedere da sé, i numeri dell’analisi economica e trasportistica sono estremamente negativi, direi impietosi» è il commento del ministro Toninelli. «La valutazione negativa della Torino-Lione che emerge dall’analisi, voglio dirlo in modo chiaro, non è contro la Ue o contro la Francia. E la decisione finale, come è naturale che sia, spetta ora al governo stesso nella sua piena collegialità».
Chi sono i componenti della task force (Coppola non firma)
L’analisi costi-benefici è stata firmata da 5 dei 6 esperti nominati da Toninelli. Pierluigi Coppola è l’esperto della struttura tecnica del Mit (nominato già dall’ex ministro Delrio) che ha votato no alle conclusioni dell’analisi ritirando la sua firma in calce all’analisi. Rimane invece compatto il gruppo di lavoro legato a Marco Ponti. L’ex professore del Politecnico di Milano, da sempre molto severo sulla Tav, ha riunito attorno a sé esperti di fiducia. Come Paolo Beria, anch’egli docenti di trasporti al Polimi, Alfredo Dufruca ingegnere milanese che si occupa di mobilità urbana, Riccardo Parolin esperto di trasporti e partner di Ponti nella società di Tnr di Marco Ponti, e Francesco Ramella, docente di economia dei trasporti all’Università di Torino.
Le penali e i rimborsi
Basso il valore delle penali: da un minimo di 16 fino a un massimo di 81 milioni di euro. E in caso di rivalsa della Francia per i costi sin qui sostenuti si stima un esborso massimo, a carico dell’Italia, di 400 milioni di euro. In caso di scioglimento del progetto della Tav il costo massimo tra penali e rimborsi potrebbe raggiungere i 4,2 miliardi. È quanto è possibile determinare sommando i vari importi contenuti nella Relazione tecnico giuridica collegata all’analisi costi benefici della Tav. Molti sono importi massimi «difficilmente raggiungibili». Tanto che nella relazione si spiega che «i molteplici profili evidenziati non consentono di determinare in maniera netta i costi in caso di scioglimento».
Il commissario Foietta lascia l’ufficio a Torino: «Una truffa»
Intanto, proprio stamattina, martedì, il commissario di governo per la Torino-Lione, Paolo Foietta (che venne istituito dal governo nel 2005 per creare un tavolo di confronto con i Comuni contrari all’opera, ndr), sta lasciando i locali di via Sacchi a Torino. Palazzo Chigi ha inviato una lettera ai dipendenti dell’ente guidato da Foietta per comunicare che venerdì 15 febbraio termina l’operatività della struttura. In quel giorno il commissario di governo per la Tav dovrà lasciare anche l’incarico di presidente dell’Osservatorio Torino Lione. «Un atto gravissimo, di pura maleducazione istituzionale – dice Foietta – Neanche in Venezuela succedono cose del genere. Io non ho ricevuto alcuna comunicazione. Sono stati avvertiti solo i dipendenti. Che venerdì dovranno sloggiare». «Mi riservo di vedere nel dettaglio i numeri, ma dalle prime indicazioni mi sembra che dalla farsa si è passati alla truffa» dice Foietta. «È una analisi truffa realizzata per far quadrare i conti in base a quello che vuole il padrone. I costi sono ampiamente gonfiati, mentre c’è una enorme sottovalutazione dei benefici ambientali e sociali».
Delrio: «Uno studio cieco e inaffidabile»
«Uno studio cieco e inaffidabile totalmente guidato e pilotato dalla politica» dichiara il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio. «Con questo metodo – sottolinea Delrio – non avremmo mai avuto l’autostrada del Sole né l’Alta velocità ferroviaria Napoli-Milano. Dicendo no alle infrastrutture e agli investimenti pubblici il governo blocca il Paese e chiude le porte allo sviluppo e al lavoro contraddicendo tutti i precedenti studi che avevano valutato positivamente un’opera fondamentale per trasferire il trasporto delle merci dalla gomma al ferro con evidenti vantaggi ambientali. La Torino Lione serve non solo all’economia del nord-ovest ma è strategica per tutto il Paese».
Chiamparino: come Dracula alla banca del sangue
Sulla stessa linea il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. «I numeri negativi dell’analisi costi-benefici non stupiscono — scrive in un post sulla sua pagina Facebook — visto chi l’ha stilata. Affidarla al prof. Ponti (supporter del trasporto su gomma rispetto a quello su rotaia) è stato come chiedere a Dracula di fare il guardiano della banca del sangue». E ancora Mino Giachino, il promotore della petizione Sì Tav che ha ottenuto oltre 110 mila firme e insieme con le «madamine» ha organizzato le manifestazioni di piazza a favore dell’opera: «Andremo a far sentire la voce del Lavoro in ogni dove, faremo sentire la voce del sì».
Gli imprenditori torinesi: «I dati dell’analisi? Un lancio di dadi»
Sul piede di guerra gli imprenditori del territorio. Corrado Alberto, presidente dell’Api Torino, attacca: «Mi pare si possa parlare di numeri risultato di un lancio di dadi. Una risposta ideologica ad una promessa elettorale che una parte del governo sta cercando di mantenere. Siamo di fronte a una foglia di fico a uso e consumo del M5S. È inutile parlare di competitività di un Paese e di un territorio – osserva – se non si ha il coraggio di effettuare investimenti che devono andare ben al di là di un opinabile calcolo economico».
Christian Benna, Corriere.it