Una petizione per chiedere alle case editrici di mettere in commercio la versione digitale dei testi universitari, per permettere a chi è affetto da patologie che portano all’immobilità completa di studiare e aggiornarsi
Il diritto allo studio e all’aggiornamento professionale non è sempre una cosa scontata. Corsi e rette universitarie possono essere di difficile accesso. Sopratutto se per chi è affetto da una malattia invalidante. Un problema per Carlo Guglielmo Vitale, 31 anni, affetto da distrofia muscolare di Duchenne. Per lui è praticamente impossibile sfogliare un libro nel senso classico del termine. L’unico modo per studiare è grazie a testi in formato digitale da poter consultare con l’aiuto di un computer. Ebook che non sono disponibili e che allontanano il sogno di una laurea in giurisprudenza. Per questo Vitale ha lanciato una petizione su Change.org. Chiede alle case editrici di mettere in commercio, accanto al testo cartaceo, una versione digitale dei libri universitari.
Il mercato di ebook, i libri digitali, è già molto diffuso, ma si limita a romanzi e letteratura ed esclude quasi completamente testi specialistici e universitari. Quello che per qualcuno potrebbe apparire solamente come una comodità in più o al più una curiosità per altri è invece fondamentale per migliorare la qualità della propria vita e raggiungere un certo grado di autonomia e indipendenza. “Oggi lo sviluppo della tecnologia ha permesso ai disabili come me di fare cose che non avremmo mai potuto fare. Grazie a un sofisticato joystick, che trasforma i movimenti residui delle mie dita, ormai millimetrici, in un movimento che può controllare il computer, posso sfogliare un libro digitale” scrive Vitale sulla petizione.
Vitale è tornato a studiare dopo una pausa di quasi 10 anni. Stavolta si è iscritto alla Facoltà di giurisprudenza. Tornando all’università dopo tanto tempo sperava che alcune criticità che aveva incontrato nel passato, come l’accessibilità dei testi universitari, si fossero risolte. Non è stato così. Tutta la società può fare qualcosa per aiutare le persone con disabilità a raggiungere la stessa qualità della vita e lo stesso livello di autonomia di chi li circonda. Anche le case editrici possono fare la propria parte, sostiene Vitale. “Le Case Editrici dovrebbero ormai capire che, non mettendo in commercio libri in formato elettronico, negano di fatto, a noi disabili gravi, il diritto allo studio e all’aggiornamento professionale”. Quello che chiede è semplice: rendere disponibili tutte le edizioni dei libri in formato digitale, come già avviene per i romanzi. In due mesi la petizione ha superato i 100mila adesioni, l’obiettivo finale è di raccogliere 150 mila firme.
Diana Tartaglia, Repubblica