(di LUCA PAGNI, ask Repubblica) “Primo vivere e poi svilupparci. Abbiamo dovuto concentrarci sui core business e usare bene le poche risorse di cui dispone, sickness In caso contrario, diagnosis tra pochi anni saremo andati fuori mercato. Perché se uno ha la situazione della Grecia non puoi fare la Germania”. Mauro Moretti, ex numero uno delle Ferrovie, chiamato dal governo Renzi a risollevare le sorti del gruppo Finmeccanica, ha rivendicato la risalita del titolo a Piazza Affari e ha chiamato in causa i suoi predecessori per gli errori commessi.
Moretti ha parlato davanti alla commissione Industria del Senato. Dove è stato chiamato per spiegare i motivi che l’hanno portato a vendere ai giapponesi di Hitachi il settore Trasporti, in particolare Ansaldo Breda (società in perenne perdita negli ultimi anni) e Ansaldo Sts (un gioiello dell’ingegneria italiana che ha appena annunciato un utile di 80 milioni). “I miracoli non li fa nessuno – ha spiegato – chi li ha promessi ha distrutto l’impresa”. Moretti l’ha detto per spiegare perché ha dovuto sacrificare una parte del business: “Nessun gruppo al mondo ha tutta queste serie di settori e di prodotti, nemmeno General Electric: dobbiamo non solo concentrarci su un numero inferiore business, ma ridurre anche il numero di prodotti e allo stesso tempo produrli su larga scala, puntando il più possibile sui servizi”.
Per Moretti i problemi si sono moltiplicati, in passato, con l’acquisto a debito dell’americana Drs:”Se hai 3 miliardi e mezzo di capitale e 4,7 di debiti, sei in una situazione complicata. Noi affrontiamo il mercato internazionale con questo fardello. Se uno ha la situazione della Grecia, non può pretendere di fare la Germania. Se no – ha aggiunto – si può favoleggiare, dire che noi dovremmo comprare, fare chissà cosa. Ma con quali soldi? Se siamo arrivati qui vuol dire che c’era poca credibilità e poco credito”.
Per Moretti, c’è un rinnovato clima di fiducia nei confronti di Finmeccanica, dovuto – a suo dire – ai segnali dati al mercato in questi mesi: “Quando sono arrivato io il 15 di maggio – ha detto il manager – il titolo era a 5,735 euro, oggi vale 11 euro. Questo vuol dire che il mercato ha capito che qualcosa si sta muovendo. Se guardate all’andamento del titolo negli ultimi tre mesi – ha aggiunto – potete osservare che c’è una scalata verticale”.
Sulla vendita del settore trasporti è stato molto netto: “Non eravamo in grado di sostenere lo sviluppo delle nostre controllate per competere con il settore ferroviario di domani. Perché abbiamo ancora i debiti da pagare. E, comunque, se avessi 5 miliardi disponibili farei acquisizioni ma non nel settore ferroviario”.