Le big del settore tecnologico americano guardano al di là della Silicon Valley e spingono l’acceleratore su nuovi maxi investimenti, puntando in particolare a New York. La City ormai non è più solo il simbolo della finanza e da anni, dopo la crisi finanziaria del 2008, sta tentando di affermarsi come leader del settore tecnologico, una strategia che sta portando i suoi frutti.
A poche settimane di distanza due colossi tecnologici hanno annunciato i piani per aumentare enormemente le operazioni nella Grande Mela: prima e’ stata Amazon, che il mese scorso ha deciso di aprire una parte della sua seconda sede americana a Long Island City, nel Queens (un’altra parte sarà ad Crystal City, in Virginia, a due passi da Washington). Operazione che permetterà di creare 25 mila nuovi posti di lavoro a New York con un investimento di 2,5 miliardi di dollari, mentre in cambio la società riceverà 2,8 miliardi in aiuti dallo stato e dalla città. Una decisione per la quale le autorità newyorkesi si sono attirate una pioggia di critiche, per le condizioni troppo favorevoli offerte al Ceo Jeff Bezos.
“Queste due sedi ci permetteranno di attrarre talenti di livello mondiale, che ci aiuteranno a continuare a inventare per i nostri clienti negli anni a venire”, ha spiegato da parte sua Bezos sulla nuova ‘HQ2′, che avrà uno status equivalente a quello del quartier generale di Seattle, nello stato dello Washington. In totale, nelle due sedi, l’investimento sara’ di 5 miliardi di dollari con la creazione di 50 mila nuovi posti di lavoro.
Poi è arrivata Google, che ha deciso di investire un miliardo di dollari sempre a New York. L’intenzione di Mountain View e’ di aprire un nuovo campus, il Google Hudson Square, che le offrirà l’occasione per raddoppiare il numero di dipendenti dagli attuali 7.000 presenti in città, arrivando fino a 14 mila nei prossimi 10 anni. Inoltre, in marzo, Big G aveva già acquistato per 2,4 miliardi di dollari l’edificio nel Meatpacking District che ospita il Chelsea Market.
“New York continua ad essere una grande risorsa di talenti. E’ questo che ci ha portato qui nel 2000 ed è questo che ci tiene qui”, ha spiegato Ruth Porat, il chief financial officer di Google, ricordando che al momento Mountain View occupa a New York “più di 7.000 dipendenti che parlano 50 lingue diverse e lavorano” su vari progetti. “Il nostro investimento nella Grande Mela è parte del nostro impegno a crescere e investire negli Stati Uniti”, ha aggiunto Porat.
Anche Apple punta ad ingrandirsi fuori dalla Silicon Valley, annunciando un investimento da un miliardo di dollari ad Austin, in Texas, ma anche centinaia di nuove assunzioni nel suo ufficio di New York.
E sempre la City ha recentemente visto l’espansione di altre società del tecnologico come Facebook, LinkedIn e Uber, con l’obiettivo di creare centinaia o migliaia di posti di lavoro ben pagati, oltre l’affitto o la costruzione di enormi spazi commerciali.
Valeria Robecco, Business Insider Italia