Ultimi movimenti in Condé Nast Italia, prima della fine dell’anno. In arrivo ci sono sia novità editoriali sia di nomine tra le direzioni delle testate del gruppo, secondo quanto risulta a ItaliaOggi.
Così, innanzitutto, il magazine Cucina Italiana (diretto da Maddalena Fossati) non solo è stato consolidato nel perimetro dell’editrice guidata dall’a.d. Fedele Usai ma soprattutto è al lavoro col network tv Discovery (quello dei canali Nove, Real Time, Dmax), per confezionare un format che venga poi trasmesso globalmente. Acceleratore schiacciato per l‘Uomo Vogue che studia di aumentare l’anno prossimo le uscite da due a quattro e dopo, nel 2020, al netto di stravolgimenti di mercato, portarle a sei. Restando nell’universo Vogue (che rimane affidato al direttore Emanuele Farneti) ritorna in edicola ma come allegato periodico Vogue Sposa, che faceva parte delle quattro testate satellite del mensile di moda chiuse nell’estate del 2017.
Infine, per quel che riguarda i valzer di nomine, il prossimo 13 febbraio uscirà il primo numero di Vanity Fair firmato dal neodirettore Simone Marchetti, che arriva dopo la gestione Daniela Hamaui (che a sua volta rimane a collaborare col settimanale). Sempre a febbraio, è previsto l’arrivo del nuovo direttore di Gq, il mensile maschile diretto finora ad interim da Luca Dini e per il quale da tempo si aspettava una soluzione definitiva. Tra i possibili candidati, circolano nomi d’interni tra cui quello dell’attuale vicedirettore Giovanni Audiffredi. Dini tornerà quindi a fare il direttore editoriale di tutte le pubblicazioni e a seguire la nuova infornata di giovani direttori responsabili, magari con una cura particolare verso Marchetti su cui il gruppo punta molto.
Sullo sfondo rimangono almeno due grandi temi: il primo è quello di Glamour, magazine femminile che Condé Nast ha già deciso di chiudere su carta in alcuni paesi, di recente anche sul mercato domestico americano. Al momento Glamour resiste in Italia e in Germania, senza nessuna variazione sulla sua periodicità o declinazione cartacea. In Italia è diretto da Cristina Lucchini che, in parallelo, ricopre pure la carica di condirettore moda di Vanity Fair. Proprio ieri, intanto, il periodico femminile che spinge sempre di più su eventi e digitale ha ospitato a Milano i suoi «Glamour awards».
Da ultimo va inquadrata la decisione di fine novembre, presa dalla famiglia di editori Newhouse, di fondere Condé Nast e Condé Nast International (che si occupa dei mercati extra Usa). Ne ha tratto le conseguenze lo stesso a.d. Bob Sauerberg che ha subito lasciato il colosso a stelle e strisce. Se la scelta punta a eliminare i doppioni nelle funzioni aziendali, contenere i costi e generare sinergie, non è escluso che la riorganizzazione sia finalizzata a una vendita di tutto il gruppo, come ipotizzato più volte da indiscrezioni di mercato. In pole position come acquirente, tra gli altri, Amazon.
Marco A. Capisani, Italia Oggi