I medici e gli anestesisti italiani incrociano le braccia per 24 ore venerdì 23 novembre. Si stima che saranno rinviati 40 mila interventi chirurgici e centinaia di migliaia di visite specialistiche e prestazioni diagnostiche ed il blocco di tutta l’attività veterinaria connessa al controllo degli alimenti. Saranno assicurate le attività di urgenza e di pronto soccorso. «Nonostante le timide aperture dei parlamentari incontrati nelle scorse settimane — sottolinea l’Anaao-Assomed (Associazione medici e dirigenti del Snn) —restano irrisolte nei provvedimenti legislativi in itinere le istanze avanzate dalla categoria: un finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale 2019 che preveda le risorse indispensabili per garantire i vecchi e i nuovi Lea ai cittadini; il rinnovo del contratto fermo da 10 anni , con le necessarie risorse finanziarie e la abolizione del tetto al trattamento accessorio; la cancellazione dell’anacronistico blocco della spesa per il personale della sanità che frena le assunzioni; il finanziamento di almeno 3.000 nuovi contratti di formazione specialistica post lauream».
I sindacati annunciano forti disagi negli ospedali italiani, con il molto probabile blocco quasi totale delle sale operatorie. «Questo sciopero è anche per i cittadini, danneggiati dalla malagestione della sanità italiana – afferma Alessandro Vergallo, presidente Aaroi-Emac (Associazione anestesisti e rianimatori ospedalieri) -. Il SSN deve continuare a garantire a tutti il diritto alla salute, anche attraverso la tutela del personale che vi lavora e il rispetto del Contratto e dei diritti fondamentali dei lavoratori che talvolta vengono violati». Lo dimostrano, ad esempio, i primi dati emersi dall’indagine che il sindacato sta effettuando per valutare il rispetto degli istituti contrattuali con particolare riferimento a situazioni che potrebbero minare la sicurezza di pazienti. Il sondaggio, in fase di elaborazione, mostra che su 211 risposte di rappresentanti sindacali – un campione estremamente significativo degli Ospedali Pubblici Italiani – 192 (91%) affermano di lavorare in carenza di organico. In 65 (31%) risposte viene denunciato il ricorso alla Pronta Disponibilità notturna e festiva sostitutiva lì dove sarebbe, invece, prevista la Guardia attiva H24. In altre parole esistono realtà in cui viene violata, per carenza di specialisti o per motivi puramente economicistici, la normativa che prevederebbe la presenza fissa – giorno e notte – dell’Anestesista Rianimatore all’interno della struttura ospedaliera. In questi casi l’Anestesista Rianimatore, viene chiamato per necessità, sebbene si tratti spesso di emergenze che devono essere risolte nel giro di pochi minuti: «Siamo arrivati al punto – afferma Vergalli – che alcuni colleghi preferiscono passare la notte in albergo per non allontanarsi eccessivamente dall’Ospedale».
«Sembra quasi che i problemi che denunciamo – commenta Carlo Palermo, Segretario Nazionale Anaao Assomed – riguardino solo noi. Tutto è prioritario, tutto è degno di attenta valutazione e sollecito impegno mentre il momento degli ospedali, dei medici e dirigenti sanitari, della sanità pubblica arriva solo quando si vuole tagliare, chiudere, risparmiare, a volte accusare. Insomma entriamo nell’agenda sociale e politica del Paese sempre con un segno meno, mai con un più di proposte innovative e soluzioni condivise. Lo sciopero mira anche a correggere questa deriva per mettere i nostri temi ed i nostri valori al centro del confronto politico, per sollecitare una riscrittura delle priorità che riconosca ai problemi della nostra categoria e della sanità il diritto di avere soluzioni chiare e positive perché i nostri problemi sono anche quelli dei cittadini che non accedono alle cure e non vedono tutelato il diritto alla salute».
Corriere.it