Uber, la società californiana degli autisti fai-da-te, rallenta la sua crescita nel terzo trimestre. I ricavi sono sì saliti del 38% a 2,95 miliardi di dollari, ma si tratta pur sempre di un aumento ‘limitato’ rispetto al +63% del secondo trimestre. Le perdite sono salite a 1,07 miliardi di dollari rispetto agli 891 milioni dei tre mesi precedenti.
Uber sta lavorando per rafforzare i propri conti in vista di un possibile sbarco in Borsa nel 2019, in una initial public offering che le banche vorrebbero a una valutazione di 120 miliardi di dollari. Per il gruppo che offre un servizio alternativo al taxi tradizionale non si tratta però di segnali incoraggianti, anche in considerazione della rivalità con la Lyft che sta parimenti lavorando alla quotazione.
L’azienda di San Francisco ha detto attraverso il suo direttore finanziario, Nelson Chai, di aver registrato un “altro forte trimestre”. Arrivato ad agosto nel gruppo dopo una lunga ricerca, il cfo ha aggiunto: “Mentre guardiamo all’ipo e oltre, stiamo investendo nella crescita futura nella nostra piattaforma”, riferimento alle consegne di cibo (Uber Eats), alle attività cargo (Uber Freight), alle bici elettriche (Jump). L’azienda – che non essendo quotata non è tenuta a diffondere i suoi conti, cosa che ha comunque iniziato a fare lo scorso anno – sta infatti cercando di diversificare le sue attività per diventare redditizia e allentare le preoccupazioni degli investitori. Proprio a questi investimenti potrebbe ascriversi il rallentamento della crescita del gruppo.
La quantità di denaro che Uber raccoglie al lordo delle commissioni pagate agli autisti e incluse altre voci di spesa (il cosiddetto gross booking) è salita del 6% a 12,7 miliardi nel trimestre rispetto a quello precedente; su un anno prima l’incremento è stato del 34%. Alla fine del 2016 il rialzo trimestre su trimestre era di circa il 30% ed è rimasto a doppia cifra nel 2017 per poi diventare a cifra singola nel 2018. Per la prima volta, Uber ha fornito qualche dato del servizio di consegna del cibo, dicendo che il gross booking è stato di 2,1 miliardi di dollari nel terzo trimestre, il 150% in più sullo stesso periodo del 2017.
Repubblica.it