L’ondata di vendite su Cupertino è scattata dopo che due dei suoi fornitori hanno rivisto al ribasso le stime sui loro profitti
Effetto catena sulle borse globali: Wall Street affonda sotto il peso dei tecnologici dopo la forte frenata di Apple sui timori di una domanda più debole del previsto per gli iPhone suggerita dagli obiettivi di alcuni fornitori della società. Di conseguenza anche le borse asiatiche perdone, con Tokyo che chiude in calo del 2,06%.
Il crollo di Apple appesantisce tutto l’hi-tech e spinge i listini americani in profondo rosso, con il Dow Jones in calo del 2,29%. Lo S&P 500 perde l’1,97% mentre il Nasdaq arretra del 2,78%. A contribuire al crollo anche Goldman Sachs: la banca archivia la seduta in calo del 7,75% con lo scandalo del fondo malese 1MDB e le indiscrezioni sul possibile incontro fra l’ex amministratore delegato Lloyd Blankfein e la ‘mente’ della truffa Jho Low. Apple archivia il suo lunedì nero in calo del 5,04%.L’ondata di vendite su Cupertino è scattata dopo che due dei suoi fornitori – fra i quali Lumentum, produttore di sensori 3D – hanno rivisto al ribasso le stime sui loro profitti, una mossa in cui gli investitori leggono una debole domanda per l’iPhone. Apple chiude a 194,17 dollari per azione, bruciando in una sola seduta più di 40 miliardi di dollari di valore. Rispetto al picco di ottobre, Apple ha mandato in fumo più di 190 miliardi di dollari, una cifra superiore alla capitalizzazione di mercato di colossi come Walt Disney, PepsiCo e McDonald’s. Il calo di Apple si fa sentire sull’intero settore tecnologico e soprattutto sulle Faang, Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google. Amazon perde il 4,41% e Google il 2,57%. Netflix cede il 3,10% mentre Facebook il 2,35%.
Pesante anche General Electric, che cede il 7% dopo le parole dell’amministratore delegato Larry Culp che, in un’intervista alla Cnbc, non ha convinto gli investitori parlando della necessità di ridurre i livelli di debito. “E’ la priorità – ha detto -. Abbiamo molte opportunità per farlo tramite la vendita di asset”. La seduta è caratterizzata anche dal calo del petrolio: dopo un avvio in territorio positivo, le quotazioni del greggio invertono rotta e chiudono perdendo lo 0,4% con il tweet di Donald Trump. Il presidente americano attacca l’Arabia Saudita e l’Opec che non dovrebbero tagliare la produzione per aumentare i prezzi dell’oro nero. In forte rialzo il dollaro nei confronti delle principali valute, complice l’incertezza sulla Brexit che frena l’euro e la sterlina.
Repubblica