Una ‘casetta-rifugio’ realizzata interamente in plastica riciclata. Il primo prototipo al mondo, realizzato da Corepla e dall’Ong Waste Free Ocean (Who), è stato esposto alla Fiera di Rimini, in occasione di Ecomondo, l’appuntamento annuale dedicato alla green economy. I rifiuti in plastica raccolti, riciclati e utilizzati per la realizzazione dell’abitazione d’emergenza provengono in parte dal fiume Po dove è attivo il progetto ‘Il Po d’AMare’ avviato da Corepla in collaborazione con Castalia, Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Autorità distrettuale del bacino del Po e il patrocinio del comune di Ferrara e Aipo. In particolare, una parte dei rifiuti plastici raccolti con barriere sperimentali in polietilene nel fiume Po sono stati impiegati per realizzare innovativi pannelli, utilizzabili per costruire case rifugio a basso costo per comunità che hanno perso le loro abitazioni a causa di disastri naturali. L’ong Waste Free Oceans, nata nel 2011 con sede a Bruxelles, ha sviluppato una serie di progetti denominati “Closing the loop” realizzati con aziende di tutto il mondo, con l’obiettivo di trasformare i rifiuti raccolti nei mari, nei fiumi e nei campi profughi in prodotti innovativi e sostenibili.Per la realizzazione del prototipo di “casetta rifugio” esposto ad Ecomondo, sono stati inviati i granuli in plastica riciclata da Corepla all’impianto Storm Board del gruppo inglese Protomax Plastics, azienda specializzata nella produzione di lastre in plastica riciclata che trovano impiego soprattutto nel settore dell’edilizia, e in seguito trasformati in pannelli destinati a costruire le “casette”.I pannelli velocemente montabili e smontabili saranno inviati, al termine di Ecomondo, ad Atene (Grecia), per la realizzazione del rifugio in un campo profughi con l’obiettivo di utilizzare in futuro i rifiuti plastici prodotti e raccolti nel campo stesso.In questo modo, commenta Antonello Ciotti, presidente di Corepla, “il Po d’AMare diventa anche un Po solidale. Ci auguriamo infatti che questo progetto sperimentale di raccolta e riciclo della plastica avviato sul fiume Po possa favorire, oltre alla creazione di reti ed opportunità per i territori, le imprese e il sapere scientifico, anche un concreto strumento per affrontare situazioni di emergenza. Valorizzando così proprietà ed energie di questo materiale”.Dall’Ong comunicano che “Waste Free Oceans è costantemente impegnata nella raccolta dei rifiuti marini in tutto il mondo e, attraverso i progetti “Closing the loop”, collabora con aziende internazionali, l’ultima partnership siglata è con Henkel, per trasformare i rifiuti raccolti in prodotti innovativi e sostenibili”.Sul tema Andrea Barbabella, responsabile Ricerche e progetti della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, ricorda che “l’inquinamento dei mari da rifiuti in plastica rappresenta un serio problema ambientale. Circa l’80% del marine litter proviene dalla terraferma, trasportato dai fiumi: con il progetto Po d’AMare è stato testato un approccio innovativo che consente di intercettare i rifiuti plastici prima che arrivino in mare, svolgendo così attività di prevenzione e rendendo più facilmente percorribile la strada del riciclo, come ci conferma questa interessante iniziativa di Corepla e Waste Free Oceans”.Nel tratto del Po selezionato, spiega Lorenzo Barone, direttore tecnico di Castalia, “stiamo intercettando e provvedendo alla raccolta della plastica attraverso una barriera sperimentale in polietilene e con l’ausilio dei nostri mezzi ‘seahunter’, in maniera selettiva e senza alcuna interferenza con il delicato ecosistema fluviale: adesso ci gratifica sapere che il nostro lavoro ha contribuito alla costruzione del primo prototipo di casetta rifugio”.“Il ministro dell’Ambiente Costa ha recentemente rimarcato con forza che le leggi sulla tutela ambientale non hanno colori e steccati politici e noi dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po crediamo che questi nuovi indirizzi di condivisione delle buone pratiche ed azioni siano essenziali per raggiungere obiettivi concreti” commenta Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po.Il progetto ‘Il Po d’AMare’, conclude Berselli, “va proprio in questa direzione al fine di ridurre le plastiche nei corsi d’acqua e può pertanto ritenersi complementare del progetto SalvAmare fortemente voluto dal Ministero”.
adnkronos