di Laura Morea
La Federazione Italiana Giuoco Calcio ha avviato un progetto, definito dal Settore Giovanile e Scolastico, per lo sviluppo del calcio giovanile, che coinvolge la disciplina maschile, femminile e il Calcio a 5. Presentato in conferenza stampa nel mese di ottobre 2015, il programma prende ispirazione da quanto fatto dalle principali Federazioni Europee, in particolar modo quella tedesca che nel 2001, per migliorare il livello tecnico dei suoi giovani, ha allestito centri tecnici federali distribuiti su tutto il territorio.
La FIGC ha predisposto così due progetti: i Centri Federali Territoriali e, per il Calcio a 5, i Futsal Camp.
Centri Federali Territoriali (CFT)
I CFT rappresenteranno il polo territoriale di eccellenza per la valorizzazione e la formazione tecnico sportiva di giovani calciatori e calciatrici tra i 12 ed i 14 anni.
Nonostante l’alto livello qualitativo dei tecnici e l’ingente numero di tesserati e di squadre giovanili, oggi le società non sono inclini ad investire in questo settore. La conseguenza? I giovani calciatori vengono “abbandonati” e si perdono. Proprio per questo è nata tale iniziativa, per tutelare il talento dei circa 150.000 ragazzi e 3.500 ragazze attualmente tesserati. Coinvolgendo 200 Centri Federali Territoriali, 1.200 tecnici qualificati, 200 dirigenti e 10.000 arbitri, il progetto si pone di: monitorare tutti i giovani calciatori nel medio-lungo termine, definire un indirizzo formativo ed educativo centrale, lottare contro l’abbandono dell’attività sportiva e sviluppare un percorso di formazione tecnico-sportiva coordinato. Il tutto coinvolgendo i vari interessati, dall’Aiac (Associazione Italiana Allenatori Calcio) alle leghe professionistiche. In circa 10 anni la Federazione punta a visionare oltre 830.000 calciatori di età compresa tra i 12 ed i 14 anni. Il programma prevede un’attività settimanale da svolgere ogni lunedì con la possibilità di aggiungere una formazione supplementare il sabato mattina.
Le sedute di allenamento nel centro saranno un momento di aggregazione per i ragazzi, ma serviranno anche a consolidare la tecnica individuale di ognuno di loro. I giovani verranno responsabilizzati nei processi decisionali, sensibilizzati alla cultura del lavoro e del rispetto e verrà fornita loro un’ampia conoscenza del gioco del calcio.
La struttura organizzativa prevede due livelli, uno centrale ed uno periferico, entrambi sotto la supervisione del Settore Giovanile e Scolastico. A livello centrale saranno designati dei responsabili tecnici ed organizzativi nazionali, interregionali e specifici del CFT. Il livello periferico comprenderà invece gli istruttori dei vari gruppi suddivisi per età, l’allenatore dei portieri, il preparatore fisico, il medico, il fisioterapista e degli speti.
Il 26 ottobre il Presidente della Figc Carlo Tavecchio ha inaugurato a Firenze il primo centro pilota: un primo passo per questa iniziativa che, con un investimento complessivo di quasi 9 milioni di euro, stima di arrivare a coprire tutto il territorio nazionale, con 200 centri, entro il 2020.
Futsal Camp
Lo stesso percorso sarà attivato per il Calcio a 5 con i ‘Futsal Camp’. Come per il CFT anche per questo progetto lo scopo principale è quello di tutelare i giovani atleti. Gli obiettivi preposti sono dunque: aumentare il livello di motivazione e determinazione da parte dei ragazzi, favorire la loro formazione a livello culturale ed educativo, oltre che sportivo, incrementare l’investimento delle società di Calcio a 5 sui giovani ed il numero di coloro che riescono ad esordire in prima squadra, ma anche sviluppare una filiera di crescita, favorendo il contatto tra settori giovanili e Squadre Nazionali. L’investimento economico per questo progetto ammonta a 60.000 euro per la stagione sportiva 2015-2016 ed 80.000 per quella successiva. Il Futsal Camp prevede dei cicli di formazione, che vanno dal 1 luglio al 30 giugno (coincidente con la calendarizzazione della stagione sportiva federale). Per ogni ciclo verranno organizzati, nei periodi non scolastici, 5 raduni, della durata che varia dai 5 ai 9 giorni, e saranno selezionati oltre 70 giocatori, circa 15 o 20 a raduno. In totale sono 3.000 gli atleti che saranno osservati ogni stagione e 300 le partite visionate. L’attività di formazione prevede allenamenti sul campo affiancati da sedute di analisi a cura dello staff tecnico, incontri con psicologici per favorire la crescita dei ragazzi, con medici e fisioterapisti per affrontare tematiche relative al doping, agli infortuni e all’educazione alimentare ed infine incontri con arbitri per discutere di regolamenti di gioco.
L’intento delle due iniziative è dunque quello di creare una rete nazionale in grado di formare giocatori e giocatrici ma anche genitori e società, portando quest’ultime a puntare di più sui settori giovanili. La speranza è quella di scoprire giocatori di valore e tutelarli, per poterne poi facilitare la crescita e l’inserimento nelle squadre principali. Questo è forse il più grande investimento mai fatto in Italia a favore del calcio giovanile.