Il mercato italiano dell’Internet of Things (IoT) continua la sua espansione, segnando un traguardo significativo nel 2024. Secondo una recente ricerca dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, il settore ha raggiunto un valore di 9,7 miliardi di euro, con una crescita del 9% rispetto all’anno precedente. Questo dinamismo si traduce in un numero sempre maggiore di dispositivi connessi attivi nel Paese, arrivando a quota 155 milioni, equivalenti a 2,6 oggetti per abitante.
Un interesse crescente e nuove sinergie
Le aziende italiane mostrano un vivo interesse verso lo sviluppo di nuovi progetti IoT, con una particolare attenzione all’integrazione di queste tecnologie con l’Intelligenza Artificiale. Questa sinergia apre scenari inediti e promette di amplificare i vantaggi derivanti dall’utilizzo di dispositivi connessi. A sostenere questa tendenza positiva concorrono anche le evoluzioni normative in tema di gestione dei dati e gli obblighi legati alla riduzione dei consumi energetici.
I settori trainanti del mercato IoT
Analizzando i diversi ambiti dell’IoT, emerge come la Smart Car si confermi il segmento più importante in termini di fatturato, con 1,66 miliardi di euro e una crescita del 7%. Seguono a breve distanza le applicazioni smart per le Utility, che con 1,59 miliardi di euro registrano un notevole incremento del 15%, spinto in particolare dalle comunità energetiche rinnovabili. Superano per la prima volta la soglia del miliardo di euro lo Smart Building (1,37 miliardi, +6%), la Smart Factory (1,04 miliardi, +15%) e la Smart City (1,03 miliardi, +8%). Crescono a ritmi sostenuti anche le soluzioni per la Smart Home (900 milioni, +11%), la Smart Logistics (825 milioni, +7%) e lo Smart Asset Management (360 milioni, +9%). Unica eccezione è rappresentata dalla Smart Agriculture (550 milioni, -4%), che nel 2024 ha visto una contrazione dovuta alla riduzione degli incentivi.
Una tecnologia sempre più radicata
Negli ultimi cinque anni, l’IoT si è affermato in maniera significativa in diversi contesti: consumer, industriale e pubblico. Oggi, quasi 6 italiani su 10 (59%) possiedono almeno un oggetto smart in casa, un dato in netta crescita rispetto al 42% del 2019. Anche nel settore industriale si registra un’adozione sempre maggiore, con l’80% delle grandi aziende manifatturiere che utilizza almeno una soluzione di Industrial IoT, contro il 66% di cinque anni fa. Infine, a livello di Pubblica Amministrazione, il 65% dei comuni italiani ha avviato almeno un progetto Smart City, rispetto al 42% del 2019.
Le voci degli esperti
Giulio Salvadori, direttore dell’Osservatorio IoT, sottolinea come: “L’Internet of Things rappresenta ormai una tecnologia radicata nel tessuto economico e sociale del Paese. Negli ultimi anni, l’adozione delle tecnologie smart ha visto un’accelerazione costante, sostenuta da una crescente consapevolezza dei benefici legati all’automazione, all’ottimizzazione dei processi e all’integrazione tra dispositivi connessi. La Smart Home, l’Industrial IoT e le applicazioni IoT nella Pubblica Amministrazione sono solo alcune aree in cui questa rivoluzione sta avendo un impatto concreto, dimostrando che l’IoT non è più solo una prospettiva futura, ma una realtà consolidata e sempre più pervasiva”.
Angela Tumino, direttrice dell’Osservatorio IoT, evidenzia il ruolo cruciale dell’Intelligenza Artificiale: “Il connubio tra IoT e AI sta iniziando a giocare un ruolo fondamentale e lo farà sempre di più in futuro, aprendo nuovi scenari di utilizzo e amplificando i vantaggi derivanti dall’impiego di dispositivi connessi. Mentre il settore industriale beneficia già dell’AI, il mercato consumer potrebbe richiedere più tempo per una diffusione su larga scala, nonostante le innovazioni in corso. Ad ogni modo, in entrambi i contesti, l’IoT giocherà un ruolo chiave anche e soprattutto grazie alla pervasiva raccolta di dati su cui gli algoritmi di AI si basano”.
L’Industrial IoT e le sfide del Piano Transizione 5.0
In ambito industriale, si consolida la diffusione di iniziative di Smart Factory. Il 25% delle grandi aziende e il 22% delle medie imprese ha avviato almeno un progetto nell’ultimo anno, segnando un trend in crescita. Tuttavia, il Piano Transizione 5.0 stenta a decollare. A fine marzo, i crediti d’imposta prenotati ammontavano a poco più di 560 milioni di euro, solo il 9% delle risorse complessive. Giulio Salvadori commenta: “Nonostante le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 per semplificare le modalità di adesione, il potenziale del Piano 5.0 rimane in gran parte inespresso, con la maggior parte delle aziende che continua a rivolgersi al più ‘sicuro’ Piano 4.0. L’obiettivo di allocare tutti i 6,3 miliardi di euro a disposizione della misura entro fine 2025 risulta irrealistico e pertanto il Governo ha deciso di riallocare circa la metà dei fondi, 3 miliardi di euro, verso misure più efficaci per le imprese. Una decisione sicuramente pragmatica, ma che porta con sé un’occasione persa”.
Il binomio IoT e AI: opportunità e sfide
Come sottolineato da Angela Tumino, l’integrazione tra IoT e AI rappresenta una grande opportunità, ma anche una sfida. Nel settore industriale, il 55% delle grandi imprese e il 33% delle medie che hanno avviato progetti IoT desidera integrare anche l’AI. Nel mercato consumer, la diffusione è più lenta, con solo il 25% dei consumatori interessato. Un’altra sfida cruciale riguarda la gestione dei dati raccolti dai dispositivi IoT: ad oggi, meno della metà (48%) delle grandi aziende li utilizza in modo efficace.
Le tecnologie alla base della crescita
A trainare la crescita del mercato IoT sono soprattutto le applicazioni che utilizzano tecnologie LPWA (Low Power Wide Area Network), sia su rete cellulare che su reti alternative. A fine 2024, si contano 7,8 milioni di connessioni LPWA, in crescita del 95% rispetto al 2023. Le soluzioni su rete cellulare rimangono importanti (4 miliardi di euro), ma con una crescita più contenuta (+3%). Le applicazioni su rete non cellulare (5,7 miliardi di euro) mostrano una crescita più dinamica (+14%), grazie anche al contributo di tecnologie come Wi-Fi, ZigBee e Bluetooth Low Energy. Antonio Capone, responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things, guarda al futuro: “Sul fronte tecnologico il riflettore è puntato verso le potenzialità di impiego del 5G per supportare le applicazioni IoT. Mentre le specifiche della Release 18 sono ormai state “congelate”, il 3rd Generation Partnership Project sta lavorando alla Release 19, prevista entro la fine del 2025, che rappresenta un importante step nell’evoluzione del 5G Advanced e pone le basi per la futura transizione verso il 6G”.
Innovazioni per l’efficienza energetica
Il futuro dell’IoT è anche all’insegna dell’efficienza energetica. Nuove tecnologie e algoritmi basati sull’Intelligenza Artificiale permetteranno una gestione più intelligente e sostenibile delle reti, riducendo i consumi. Inoltre, si amplierà il supporto per dispositivi a capacità ridotta, includendo la comunicazione satellitare per garantire la copertura anche in aree remote.