La potenziale escalation dei dazi americani tiene banco nel dibattito economico, ma secondo l’analisi di Confcommercio, le minacce attuali dell’amministrazione statunitense nei confronti dell’Europa potrebbero non tradursi in scenari catastrofici. Infatti, nonostante un saldo commerciale di beni favorevole all’Europa, il quadro complessivo, considerando anche i servizi, riduce significativamente lo squilibrio a danno degli USA, attestandosi a una cifra modesta rispetto al PIL americano. Pertanto, nelle previsioni per l’economia italiana, si assume che le trattative porteranno a un mantenimento degli attuali equilibri commerciali.
Indicatori Economici: Luci e Ombre nei Primi Mesi del 2025
I dati congiunturali ufficiali relativi ai primi due mesi dell’anno mostrano un andamento misto, con una crescita economica che, pur rimanendo modesta, non segna una contrazione. L’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC), nella sua lettura destagionalizzata, conferma questa tendenza con variazioni positive a gennaio e febbraio (+0,2% e +0,1%). Tuttavia, l’analisi dei dati grezzi evidenzia una flessione, con un calo dello 0,9% a febbraio, influenzato dal diverso numero di giorni rispetto all’anno precedente bisestile.
Reddito Disponibile e Consumi: Un Divario Persistente
Un aspetto cruciale che emerge dall’analisi è la persistente difficoltà nel tradurre un maggiore reddito disponibile reale in un aumento dei consumi. Nei primi due mesi dell’anno, la spesa è stata trainata principalmente dal tempo libero e dal turismo, con aumenti significativi nei servizi e beni ricreativi, nel settore alberghiero e della ristorazione, nei trasporti aerei e nelle telecomunicazioni. Al contrario, si registra una riduzione negli acquisti di alimentari, mezzi di trasporto, mobili ed elettrodomestici. Il settore dell’abbigliamento e delle calzature si colloca in una posizione intermedia. La distanza tra la dinamica dei servizi e quella dei beni non accenna a diminuire, mentre i dati parziali sul turismo a gennaio segnalano una forte crescita, soprattutto per la componente straniera (+8% rispetto al 2024 e +18,2% rispetto a gennaio 2019).
Inflazione Sotto Controllo: Una Buona Notizia
Sul fronte dell’inflazione, arrivano segnali positivi. L’ultima previsione di Confcommercio per febbraio si attestava al 2%, mentre il dato effettivo è stato dell’1,6%, con una previsione di un leggero aumento a marzo (1,7%). La questione degli elevati costi energetici rimane centrale, ma al momento non si prospettano soluzioni immediate. L’Italia, pur essendo meno dipendente dal passato, resta vulnerabile agli shock esterni, con una limitata capacità di intervento nel breve periodo.
Fattori di Crescita e Previsioni per il PIL
La tenuta dell’occupazione, il recente recupero della produzione industriale, il buon andamento del turismo, dell’inflazione e dei redditi reali rappresentano ancora fattori che potrebbero favorire una ripresa dei consumi e quindi della crescita economica. Si stima che il PIL mensile sia cresciuto a marzo dello 0,7% in termini tendenziali e destagionalizzati, dopo i moderati aumenti di gennaio e febbraio. La crescita del primo trimestre si attesterebbe allo 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2024. In questo scenario, per raggiungere una crescita dello 0,8% nel complesso del 2025, è necessaria un’accelerazione nel corso dell’anno.
La Necessità di un Impulso Esterno e della Riforma Fiscale
In questo contesto, potrebbe rivelarsi utile un impulso esterno, come una rinnovata attenzione politica e mediatica verso ulteriori passi della riforma fiscale, in particolare una riduzione delle aliquote per il ceto produttivo. Questa questione assume rilevanza anche alla luce della crescente pressione fiscale, che ha raggiunto il 42,6% in media lo scorso anno.
L’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) di Febbraio 2025
A febbraio 2025, l’ICC ha registrato una diminuzione dello 0,9% rispetto allo stesso mese del 2024, sintesi di una riduzione della spesa per i beni (-1,7%) e di una crescita per i servizi (+0,7%). Tuttavia, il dato destagionalizzato indica un modesto aumento (+0,1%), evidenziando una persistente debolezza della domanda.
Dinamiche di Consumo: Comunicazione e Turismo in Crescita
Anche a febbraio 2025, le dinamiche delle diverse categorie di consumo mostrano un quadro complesso. Tra i settori in crescita si confermano i beni e i servizi per la comunicazione (+5,3%) e la domanda per alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (+1,3%), quest’ultimo sostenuto dal contributo positivo della domanda estera. Si segnala un apprezzabile recupero nei consumi di abbigliamento e calzature (+1,4%).
Settori in Calo: Mobilità, Casa e Alimentari
Tra le macro-funzioni di consumo, si confermano in territorio negativo i beni e i servizi per la mobilità (-5,9%), i beni e i servizi ricreativi (-1,6%) e i beni e i servizi per la casa (-1,3%). Tornano in calo anche i beni e i servizi per la cura della persona (-0,8%) e gli alimentari, bevande e tabacchi (-0,6%). A livello di singole voci, prosegue il miglioramento della domanda per i trasporti aerei (+7,1%) e per i servizi ricreativi (+2,9%), mentre si acuisce la crisi del settore automotive (-11,2%) e calano gli acquisti di mobili e articoli d’arredamento (-1,2%), elettrodomestici (-2,2%) e carburanti (-1,6%).
Prezzi al Consumo: Tendenze a Breve Termine
Le stime per il mese di marzo indicano una variazione congiunturale dei prezzi al consumo dello 0,2% e una crescita annua dell’1,7%. Dopo le oscillazioni di gennaio, le dinamiche inflazionistiche sembrano essersi stabilizzate, grazie all’attenuarsi delle pressioni sui prezzi dell’energia e degli alimentari, e a un’inflazione di fondo che si mantiene sotto il 2%.
Normalizzare il Ciclo Reddito-Consumi per la Crescita
In un contesto di incertezza, l’attenuarsi dei timori di una forte ripresa dell’inflazione rappresenta un elemento cruciale per ristabilire la fiducia delle famiglie e incentivare i consumi. Solo attraverso una normalizzazione del circuito reddito-consumi sarà possibile raggiungere gli obiettivi di crescita fissati per il 2025, in un contesto in cui l’export presenta difficoltà e le decisioni di investimento delle imprese rimangono incerte.