(di Katherine Puce) Una delle più grandi crisi che ha colpito il mondo avanzato e tecnologico riguarda da anni le edicole. Questi punti vendita, nati nel XIX secolo per la distribuzione di giornali e riviste, sono emersi in Francia e Inghilterra durante la Rivoluzione Industriale. In Italia, le edicole divennero simbolo di un crescente accesso all’informazione e alla cultura. Tuttavia, oggi, nonostante la loro presenza nei quartieri delle città, sono sempre meno frequentate e si trovano in una crisi profonda.
La diffusione dei giornali online e delle piattaforme digitali ha ridotto la domanda di stampa cartacea, creando difficoltà per gli edicolanti, spesso gestori di attività familiari che da generazioni sono un punto di riferimento per i piccoli centri. Nonostante ciò, molti hanno cercato di adattarsi diversificando l’offerta con articoli non legati alla stampa, come tabacchi, giochi, cancelleria e servizi digitali, come il pagamento di bollette e la vendita di biglietti. Tuttavia, questi sforzi non sono sufficienti, da soli, a risolvere una crisi che necessita anche di importanti interventi normativi.
Interventi normativi
Dal 2020 sono stati introdotti vari sostegni per gli edicolanti, tra cui i “tax credit”, con compensazioni fiscali che variano tra 2.000 e 4.000 euro, e i “bonus edicola”, distribuiti annualmente con importi crescenti: 500 euro nel 2020, 1.000 euro nel 2021 e 2.000 euro nel 2022. Questi contributi miravano a supportare gli edicolanti durante la crisi, ma nonostante gli aiuti, la situazione resta complessa, specialmente nelle aree più remote, dove l’accesso all’informazione è sempre più minacciato.
Secondo una ricerca recente di Snag Confcommercio (Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai) pubblicata nei giorni scorsi, che analizza il periodo 2018-2024, la crisi delle edicole non è stata costante. Tra il 2018 e il 2019, le edicole hanno registrato una significativa contrazione, con una chiusura del 13% del totale, un dato che riflette la crescente difficoltà del settore. Sebbene la diminuzione sia proseguita negli anni successivi, il calo si è fatto meno drammatico, fermandosi a circa il 5,6%. Nonostante vari tentativi di supporto, tra cui incentivi fiscali e strategie di diversificazione, la crisi non è stata ancora superata e le edicole continuano ad affrontare un futuro incerto.
Il rischio di chiusura delle edicole storiche
Oltre ai dati, manca un accordo e la situazione tra edicolanti e istituzioni continua a deteriorarsi. A Roma, negli ultimi giorni, le tensioni sono aumentate a causa di una lettera inviata dal Municipio I agli edicolanti, in cui si avverte del rischio di chiusura per 25 edicole storiche del centro, poiché non rispettano i requisiti necessari per essere messe a bando secondo la direttiva europea Bolkestein. La direttiva impone che le concessioni per il suolo pubblico non vengano più rinnovate automaticamente, ma siano assegnate tramite gare periodiche. Questo significa che qualsiasi operatore interessato può partecipare, aumentando così la concorrenza nel settore. Inoltre, i Comuni devono definire criteri chiari e trasparenti per la gestione e l’assegnazione degli spazi destinati alle edicole.
I sindacati dei giornalai hanno fortemente criticato la gestione della vicenda. Sull’argomento è intervenuto anche Ermanno Anselmi, coordinatore nazionale della Fenagi – Federazione Nazionale Giornalai, tra i destinatari della lettera inviata dal I Municipio ai sindacati sul tema delle edicole, che ha dichiarato all’Adnkronos: “Il Piano del commercio? La lettera che, come organizzazioni sindacali del settore, abbiamo ricevuto è già una mappatura che definisce quali edicole resteranno e quelle che saranno delocalizzate o chiuse, quindi per noi quel piano è come se già ci fosse. Dopodiché, ci sarebbe da capire come verranno assegnate le nuove concessioni di suolo, per l’esattezza con quali criteri se ad oggi le linee guida del Ministero sono ancora in discussione. La scelta di una via autonoma da parte dell’Amministrazione potrebbe aprire una stagione di ricorsi in conseguenza di una eventuale contrapposizione tra la normativa statale e quella locale”
Tentativi di resistenza
La resistenza continua ed esempi arrivano anche da Cagliari dove è stata presentata una mozione per rilanciare il ruolo delle edicole, proponendo che esse non si limitino alla sola vendita di giornali, ma che offrano anche altri servizi per rispondere alle esigenze della comunità. L’idea include l’introduzione di punti di informazione e servizi utili per i cittadini. Questo è stato proposto come un modo per rendere le edicole più moderne e sostenibili in un contesto economico e sociale in evoluzione.
Mentre alcune città, come Cagliari, esplorano idee per la loro “rinascita” con proposte di diversificazione dei servizi, le tensioni con le istituzioni, come il caso di Roma, evidenziano l’incertezza del futuro per questi punti di informazione. Il settore necessita dunque di un equilibrio tra innovazione e tutela per non perdere il suo valore sociale.