Nel variegato mosaico delle abitudini di pagamento degli europei, emerge con chiarezza una tendenza: i pagamenti digitali continuano a guadagnare terreno, spinti dalla praticità e dalla crescente fiducia nei sistemi tecnologici. Tuttavia il contante mantiene ancora una sua robusta presenza, ancorato alle preferenze di chi non intende rinunciare a questo strumento tradizionale. A raccontarlo è il report annuale della Banca Centrale Europea, che offre uno spaccato significativo delle scelte e delle attitudini dei consumatori nell’area euro, Italia inclusa. Nel 2024, i pagamenti elettronici – carte, app e portafogli digitali – rappresentano quasi il 48% delle transazioni effettuate nei punti vendita dell’Eurozona. Un dato che segna un progresso, ma non più al ritmo vertiginoso registrato durante la pandemia. Questo rallentamento, fisiologico dopo un’accelerazione così marcata, non è sinonimo di stagnazione: i pagamenti digitali continuano a evolversi, sostenuti da innovazioni tecnologiche che ne aumentano sicurezza e velocità. L’Italia segue questa tendenza, seppur con una dinamica tutta sua. Nel nostro Paese, il contante è ancora utilizzato nel 62% delle transazioni, ma la sua quota è in calo: un significativo -9% rispetto a due anni fa. Se il panorama europeo guarda con crescente entusiasmo alle soluzioni elettroniche, in Italia ci si muove con prudenza, senza però ignorare i vantaggi della digitalizzazione. Una delle svolte più rilevanti riguarda la mentalità. Anche in Italia, pagare un caffè con la carta non è più un tabù. Questo cambiamento culturale è stato favorito dall’abbassamento delle commissioni sui piccoli importi, frutto di un dialogo proficuo tra banche e associazioni di commercianti, oltre che di incentivi normativi. La diffusione dell’e-commerce e la possibilità di saldare digitalmente bollette, tasse e altri servizi hanno contribuito a consolidare il ruolo dei pagamenti elettronici. Nel nostro Paese, i pagamenti online rappresentano ormai il 24% delle transazioni totali e il 36% del loro valore, un incremento che riflette l’adozione di nuove abitudini. Il contante resta simbolo di libertà e privacy. Nonostante la spinta del digitale, il contante resiste. Sebbene il suo utilizzo sia diminuito (dal 59% nel 2022 al 52% attuale), resta lo strumento più diffuso per le transazioni nei negozi, soprattutto per piccoli importi o pagamenti tra persone. Questa persistenza si lega a una preferenza radicata: il 62% degli europei ritiene essenziale avere l’opzione di pagare in contanti, sottolineando come questo mezzo garantisca una migliore gestione delle spese e una maggiore tutela della privacy. In questo equilibrio tra tradizione e modernità, si delinea un panorama in cui i consumatori sembrano apprezzare la possibilità di scegliere. Carte e app vincono in termini di rapidità e praticità, ma il contante, con la sua concretezza, resta un simbolo di controllo e autonomia. Guardando avanti, è plausibile immaginare un sistema integrato in cui il digitale e il fisico convivano, rispondendo alle esigenze di una società sempre più eterogenea. Per dirla alla William Gibson, “il futuro è già qui, solo non è stato ancora equamente distribuito”: a noi il compito di armonizzare progresso e tradizione, valorizzando ogni strumento in base alle sue peculiarità.