Non è semplice definire con un colore netto lo stato della pubblicità in Italia, perché come accade per i popoli e le loro emozioni, anche qui troviamo diverse sfumature. Nielsen, con i suoi dati Ad Intel di settembre 2024, ci offre una panoramica vivace e al contempo sfaccettata. Il mese si chiude con un +2,2% e una crescita complessiva del 5,7% nei primi nove mesi, numeri che raccontano di una spinta in avanti, eppure si percepisce nell’aria un leggero calo di entusiasmo. Gli ultimi mesi dell’anno, prevede Luca Bordin, Country Leader di Nielsen Italia, porteranno un rallentamento del tasso di crescita. Nulla di allarmante, sia chiaro: si resterà comunque in positivo, anche se con un punto percentuale in meno. Eccoci ai numeri specifici, e qui la scena diventa curiosamente variegata. Da una parte, la televisione si conferma una certezza, crescendo del 5,7% a settembre e del 9,8% da inizio anno. È come quella vecchia signora che, nonostante gli anni, continua a essere presente e viva, raccogliendo attenzione e portando risultati. I quotidiani, invece, attraversano una fase difficile, con un calo del 7,8% a settembre e un arretramento del 7,2% nei primi nove mesi. Anche i periodici non se la passano bene: -2,5% a settembre e un -1,6% da gennaio. Nonostante la carta stampata si batta con dignità, sembra sempre più lontana dai giorni in cui era il cuore pulsante della comunicazione. Nell’universo del web, l’orizzonte appare diverso. Il settore dell’Out of Home, che comprende il transit e l’outdoor, segna un incoraggiante +9%, e perfino il cinema risorge con un eccezionale +41,2%. Di contro, la Go TV e il Direct Mail mostrano segnali di cedimento, rispettivamente con un -3,8% e un -8,3%. Qui forse il pubblico si sposta più agilmente verso formati che si adattano meglio alla frenesia della vita moderna. Adesso diamo uno sguardo anche ai settori merceologici. A settembre sono ben 17 quelli in crescita, guidati dall’Automotive con un +18,8% e dai Servizi Professionali, che avanzano di un buon 15,5%. La cura della persona segue con un +13,7%, dimostrando che, in un’epoca di incertezze, la cura di sé non perde mai la sua importanza. Dall’altra parte, media/editoria (-31,8%), abbigliamento (-21,4%) e finanza/assicurazioni (-11,8%) registrano flessioni che evidenziano un cambio di priorità: investimenti che ondeggiano e qualche insicurezza sul futuro. La finanza, in particolare, si fa sentire. Dopo tre mesi di crescita, segna un calo, soprattutto a causa della contrazione della Tv e della Radio, che ne costituiscono la spina dorsale e che, in questo caso, non hanno saputo sostenere il ritmo. Il 2024 ha ancora molto da dire, e questi dati, come pennellate su una tela non ancora completa, ci suggeriscono che anche nel mondo della pubblicità, le stagioni cambiano.