La Germania sta affrontando un momento critico, segnato da un calo della produzione industriale e da una crisi politica che mette alla prova la stabilità del governo di coalizione guidato dal cancelliere Olaf Scholz (nella foto).
Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio Federale di Statistica (Destatis), la produzione industriale tedesca a settembre è diminuita del 4,6% rispetto allo stesso mese del 2023 e del 2,5% rispetto ad agosto, segnando un risultato inferiore alle previsioni degli analisti. Parallelamente, il surplus della bilancia commerciale tedesca si è ridotto significativamente: a settembre 2024 il surplus è stato di 17 miliardi di euro, in calo rispetto ai 22,5 miliardi di agosto e inferiore alle stime che prevedevano un attivo di 20,8 miliardi.
Anche le esportazioni hanno subito una contrazione, scendendo dell’1,7% su base mensile, a fronte del +1,3% registrato ad agosto. D’altra parte, le importazioni hanno registrato un aumento del 2,1%, ben al di sopra del +0,5% atteso dal mercato, riflettendo una domanda interna ancora solida.
Parallelamente alle difficoltà economiche, la Germania è scossa da una crisi politica all’interno del governo. Olaf Scholz ha annunciato il licenziamento del ministro delle Finanze Christian Lindner, esponente di spicco del partito liberale FDP, accusandolo di bloccare ripetutamente l’approvazione di leggi e di agire con tattiche di partito che, secondo Scholz, hanno danneggiato il clima di fiducia necessario per una collaborazione efficace.
Lindner ha replicato duramente, sostenendo che il cancelliere ha scelto di “rompere deliberatamente il governo” e ha descritto la decisione di Scholz come una “calcolata rottura”. Inoltre, Lindner ha rivelato che il cancelliere gli aveva chiesto di abbandonare il “freno al debito”, una misura costituzionale che limita il deficit di bilancio, misura cara al ministro e parte fondamentale del programma liberale. Lindner ha accusato Scholz di avere piani poco trasparenti e ha criticato il mancato ascolto delle proposte liberali, tra cui un documento per una svolta economica.
Dopo il licenziamento di Lindner, Scholz ha dichiarato l’intenzione di chiedere un voto di fiducia al Bundestag il prossimo 15 gennaio, dando al Parlamento la possibilità di confermare il governo o di aprire la strada per eventuali elezioni anticipate. La mossa è stata accolta con scetticismo dai parlamentari liberali, che hanno deciso di ritirare tutti i loro ministri dal governo, privando Scholz della maggioranza in Parlamento.
Di fronte a questa situazione, il Partito Socialdemocratico (SPD) si è schierato a sostegno del cancelliere. In una lettera inviata agli alleati socialisti europei, i rappresentanti dell’SPD hanno dichiarato che Scholz si è trovato costretto a interrompere la collaborazione con l’FDP, dopo anni di compromessi, per mantenere l’identità socialdemocratica del governo. Nel contesto internazionale attuale, secondo l’SPD, è essenziale non contrapporre il welfare sociale alla sicurezza nazionale.
Con la rottura tra SPD e FDP, il governo di Scholz potrebbe trovarsi in una situazione di forte instabilità. Se non riuscirà a ottenere la fiducia in Parlamento, il cancelliere potrebbe optare per elezioni anticipate, che potrebbero svolgersi già entro la fine di marzo 2025.
In un contesto di sfide economiche e politiche, la Germania si trova dunque ad affrontare un periodo di incertezza. La decisione di Scholz, che ha suscitato un acceso dibattito politico, porterà nelle prossime settimane a sviluppi decisivi, con il rischio di elezioni anticipate e la necessità di rassicurare i mercati e i cittadini su un percorso di stabilità e crescita.