(di Libby Cantrill, Head of US Public Policy di PIMCO) Cosa sta succedendo? A circa una settimana dal voto e con più di 43 milioni di persone che hanno già espresso il loro voto nell’early voting, i sondaggi nazionali indicano praticamente parità, mentre i sondaggi nei 7 Stati in cui si svolge di fatto la battaglia sono tutti all’interno di un margine di errore, anche se nelle ultime settimane si sono spostati progressivamente a favore di Trump. In Pennsylvania – il Keystone State, di nome e di fatto in questa corsa – i sondaggi indicano che Trump è in vantaggio dello 0,3%, ovvero di fatto in parità, anche se i sondaggi di Trump sono migliorati nelle ultime settimane di circa il 2% (qui). Ricordiamoci, come va la Pennsylvania (molto probabilmente) va la Casa Bianca. Cosa dobbiamo aspettarci nella volata finale? Entrambi i candidati faranno le loro ultime proposte a quella piccolissima percentuale di elettori indecisi (stimata al di sotto del 5%) nei 7 swing state. Se questi elettori indecisi votano sulla base delle politiche – inflazione, economia, immigrazione – potrebbero orientarsi verso Trump, stando ai sondaggi; se, invece, votano sulla base della personalità – temperamento, giudizio e carattere – e sui diritti riproduttivi – potrebbero benissimo scegliere Harris. E il Congresso? Anche la corsa per il Congresso – Camera e Senato – si preannuncia serrata, anche se il Senato sembra destinato a passare sotto il controllo repubblicano quasi a prescindere da ciò che accadrà al vertice della lista, visto che la “mappa” del Senato è molto impegnativa per i Democratici in questo ciclo. Per quanto riguarda la Camera, di solito prende la strada della Casa Bianca (dato che è anche un’elezione nazionale), cosa che molto probabilmente accadrà anche in questo ciclo; tuttavia, dato che i Repubblicani stanno difendendo i seggi della Camera in Stati blu come la California e New York, è anche possibile che i Democratici capovolgano l’esito alla Camera (con un margine molto piccolo) mentre allo stesso tempo Trump conquista la Casa Bianca. In ogni caso, qualsiasi partito che controlli le camere del Congresso è molto probabile che abbia maggioranze ridotte, il che nella maggior parte dei casi fungerà da spartiacque per quanto riguarda ciò che nei fatti può essere fatto. In conclusione, si potrebbe fare un ragionamento credibile sul perché Trump potrebbe vincere la prossima settimana: in fin dei conti, gli elettori indecisi potrebbero propendere per lui e votare sulla base di “benzina e cibo” e delle preoccupazioni sull’immigrazione, che in aggiunta al leggero vantaggio elettorale di Trump potrebbero fargli vincere di nuovo la presidenza. Potremmo anche argomentare sul perché Harris potrebbe vincere: la gente la apprezza di più al margine (qui), ha sondaggi migliori per quanto riguarda il giudizio e il carattere, nonché i diritti riproduttivi (un tema su cui abbiamo visto i Democratici ottenere risultati migliori) e, probabilmente, i Democratici sono maggiormente radicati negli Stati chiave rispetto ai Repubblicani. In ogni caso si sta concludendo quella che si preannuncia come un’elezione presidenziale molto combattuta, con corse altrettanto combattute al Congresso, il che probabilmente avrà implicazioni e fungerà da buffer su ciò che il prossimo presidente potrà – e non potrà – fare, indipendentemente da chi siederà alla Casa Bianca.