Negli ultimi anni, il mercato delle auto elettriche (EV) è stato al centro dell’attenzione globale, segnato da crescenti investimenti, target ambiziosi e una forte spinta verso la sostenibilità. Tuttavia, l’andamento del settore mostra una crescita meno rapida rispetto alle aspettative iniziali, suscitando riflessioni tra i produttori e i consumatori stessi. Un dato sorprendente emerso dal Mobility Consumer Pulse 2024 di McKinsey riguarda l’intenzione di una parte significativa dei proprietari di veicoli elettrici di tornare alle auto con motori a combustione interna. Globalmente, il 29% degli attuali proprietari di EV considera di passare a un veicolo a benzina o diesel al prossimo acquisto, con una percentuale che sale al 38% negli Stati Uniti. Questo trend, attribuibile a vari fattori, solleva interrogativi sull’effettiva fedeltà dei consumatori al veicolo elettrico e sul grado di soddisfazione rispetto all’infrastruttura di supporto disponibile.
Nonostante l’interesse crescente, McKinsey ha rivisto al ribasso le sue proiezioni per il 2030, stimando ora che i veicoli elettrici rappresenteranno il 15% del parco auto globale, rispetto al precedente obiettivo del 20%. Sebbene questi numeri riflettano ancora una tendenza di crescita, il ritmo rallentato ha portato molte Case auto a riconsiderare le proprie strategie. Un esempio è Volkswagen, che ha recentemente annunciato un significativo investimento di 60 miliardi di euro nei motori benzina e diesel, un chiaro segnale della volontà di preservare un equilibrio tra i diversi tipi di alimentazione e di adattarsi alle domande del mercato.
La transizione verso l’elettrico è inoltre condizionata dalla digitalizzazione e dall’innovazione, con nuove tecnologie di mobilità autonoma e connessa che stanno trasformando l’industria automobilistica. Secondo Phillip Kampshoff, direttore del Centro per la mobilità futura di McKinsey, la crescita del settore EV non è “una strada a senso unico” e potrebbe essere influenzata da aspetti come la disponibilità di infrastrutture di ricarica, le normative in evoluzione e la necessità di bilanciare domanda e offerta con i costi di produzione.
In Italia, l’industria automotive esprime preoccupazione per un rallentamento che potrebbe coinvolgere tanto i veicoli elettrici quanto l’intero settore. L’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana, condotto da ANFIA e dalla Camera di Commercio di Torino, ha rilevato che il 55% delle aziende prevede una riduzione del fatturato per il 2024. Le tensioni geopolitiche e l’incertezza sulle strategie dei grandi produttori accentuano queste previsioni, con un calo significativo degli ordinativi, sia interni (-40%) che esteri (-30%).
Nonostante l’evoluzione del settore automotive verso una maggiore sostenibilità, l’adozione dell’elettrico appare destinata a essere graduale. L’industria, tanto italiana quanto globale, si trova a fare i conti con la realtà di un mercato ancora incerto e con le crescenti esigenze dei consumatori, sempre più attenti alla praticità e alla disponibilità delle infrastrutture di ricarica. Anche se nel 2023 il settore della componentistica automotive in Italia ha registrato un aumento del 3,1% nel giro d’affari, le prospettive restano miste: molte imprese si preparano ad affrontare cambiamenti strutturali, per mantenere la competitività anche in un panorama in rapido mutamento.