“Ieri ho avuto una call con il ministro olandese” sul progetto di Einstein Telescope. “Noi abbiamo investito più fondi. Il nostro miliardo e trecento milioni di euro è di più di quanto l’Olanda attualmente sta investendo sull’iniziativa”. Lo ha detto il ministro dell’università e della ricerca, Anna Maria Bernini, nella foto, a margine della Conferenza G7 sulle grandi infrastrutture di ricerca in corso a Oliena (Nuoro). L’Italia ha voluto organizzare in Sardegna la Conferenza G7 per valorizzare la scelta di Sos Enattos, in provincia di Nuoro, per realizzare Einstein Telescope- spiega una nota del Mur-, tra le più grandi e importanti infrastrutture di ricerca che si prevedono di realizzare nei prossimi anni in Europa. L’Italia è candidata per ospitarlo e il sito indicato è proprio la miniera dismessa di Sos Enattos. Einstein Telescope sarebbe il più avanzato rivelatore di onde gravitazionali al mondo. La Sardegna presenta le caratteristiche ideali per l’istallazione: rischio sismico vicino allo zero, scarsissima illuminazione artificiale, basso grado di antropizzazione. Per ‘migliorare’ ancora di più queste caratteristiche, si prevede la costruzione di ET tra i 100 e i 300 metri sotto terra per preservarlo in condizioni di “silenzio”, isolandolo dalle vibrazioni prodotte sia dalle onde sismiche, sia dalle attività umane, che costituiscono quello che viene chiamato “rumore”, in quanto fonte di disturbo per le misure che ET dovrà realizzare. ET sarà in grado di osservare un volume di universo almeno mille volte maggiore rispetto agli attuali strumenti di seconda generazione- spiega ancora il Mur-, gli interferometri Ligo negli Stati Uniti e Virgo in Italia, le cui collaborazioni scientifiche hanno osservato per la prima volta, nel 2015, le onde gravitazionali, previste cento anni prima da Albert Einstein. Del nostro universo ad oggi conosciamo poco meno del 5%, ossia la materia ordinaria di cui siamo fatti noi e tutto ciò che possiamo osservare nel cosmo. Del restante 95% circa, non sappiamo praticamente nulla, possiamo solo concludere, sulla base delle nostre osservazioni, che esistono un altro tipo di materia, chiamata materia oscura, e un’energia, chiamata energia oscura, entrambe di natura sconosciuta. ET consentirà per la prima volta di esplorare la storia dell’universo, andando indietro nel tempo all’età oscura della cosmologia, quando le sorgenti stellari e galattiche di fotoni non si erano ancora formate, facendo così luce sui processi che ne hanno caratterizzato l’evoluzione. Queste ricerche avranno effetti pratici sulle nostre vite quotidiane. Con ET, per esempio, si migliora la meccanica di precisione per strumenti sempre più accurati, sviluppa ulteriormente l’intelligenza artificiale che è ormai arrivata nei cellulari che usiamo quotidianamente, sviluppa la sensoristica sismica per rendere più sicure le nostre case e infrastrutture e promuoverà innumerevoli applicazioni dall’utilizzo del vuoto, alla criogenia, alle applicazioni mediche.