Non tutto funziona come si deve, soprattutto alla periferia della sanità laziale. Polemiche, scaramucce, e sotto ancora una lotta per il potere che tocca livelli inconfessabili. Troppe poltrone in bilico, qualche personaggio politicamente “scaduto”, qualche altro impresentabile. C’è chi teme la sua ombra, chi evita movimenti (politicamente) bruschi, e chi va diritto per la sua strada. Il governatore ha fretta, vuole portare in equilibrio il sistema in tempi brevi, entro ottobre, si dice. Ma la politica lo marca stretto, un direttore generale in quota a un partito vale oro. Anche se non è all’altezza? Anche se non è all’altezza. C’è di mezzo la politca, che nel risiko delle poltrone mischia quelle della sanità con quelle della Giunta e del consiglio regionale. Imbarazzante. E il popolo degli utenti? Si adatta. Aggirandosi dietro le quinte ci si rende conto di come la realtà non sia quella infiocchettata che vendono ai giornali. Ma questo è bisogna accontentarsi. Poche settimane e ci sarà la rivoluzione? Cosa chiederà Forza Italia per non far saltare la Giunta? E che cosa otterrà? Due Dg sono in prossimità di scadenza. Diventeranno commissari di se stessi, verranno confermati’ Sono di indubbio valore. Quindi? Lo spoil system ha valore in questo contesto? E quanti commissari conquisteranno il posto? Per quanti mesi, anche dopo le nomine, la santà laziale pagherà pegno per un inevitabile riassetto delle operazioni sul territorio? Sono interrogativi senza risposta. E la cosa peggiore è che, ad oggi, neanche i protagonisti di questa rappresentazione sanno veramente come andrà a finire.
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio