“Un importante traguardo per la sanità veneta, un ulteriore tassello per la valorizzazione del capitale umano che opera quotidianamente nelle nostre strutture sanitarie, secondo quanto previsto dal Patto per la Salute 2019-2021 e non ancora attuato a livello nazionale”. La commissione Sanità della Regione Veneto ha licenziato questo pomeriggio il progetto di legge della giunta Zaia con le ‘Disposizioni per l’incremento dei fondi contrattuali delle Aziende ed Enti del Servizio sanitario regionale’. Il provvedimento permetterà il riconoscimento economico ai professionisti sanitari per valorizzare “sia il personale della dirigenza sanitaria che i profili dei ruoli sanitario e socio-sanitario del comparto”, spiega Manuela Lanzarin, assessore regionale regionale alla Sanità. Si terrà conto delle attività svolte nei servizi e nelle zone disagiate e dei dati relativi alle effettive carenze di organico registrate negli ultimi tre anni. “Sarà un’occasione per un riequilibrio dei fondi contrattuali nell’ambito della Regione Veneto, che vede significative differenze delle risorse pro capite disponibili per il trattamento accessorio tra un’azienda e l’altra, a fronte di attività analoghe poste in essere dai dipendenti per quantità e qualità”, aggiunge l’assessore. Il disegno di legge, che ora proseguirà il proprio iter in Consiglio, consentirà per il triennio 2024-2026 di autorizzare gli Enti e le Aziende del sistema sanitario regionale ad incrementare i “Fondi premialità e condizioni di lavoro” ed i “Fondi per la retribuzione di risultato”, fino ad un massimo del 2% del monte salari regionale, calcolato in rapporto a tutti i profili. Per ogni annualità saranno destinati 51 milioni e 789.284,90 euro (per totali 155 milioni e 367.854,70 euro) sul Fsr, spese correnti del bilancio 2024-2026. “Motivo d’orgoglio- aggiunge Lanzarin- è l’apprezzamento per il provvedimento delle organizzazioni sindacali e dei vari stakeholder, che, nelle audizioni svolte, ne hanno condiviso l’impostazione e apprezzato il grande sforzo accanto a quello del Piano strategico che stiamo presentando”. Davanti “all’annoso problema legato alla carenza di personale nel comparto sanità e sociosanitario delle Ulss”, la Regione “non intende rimanere inerte o passiva. E sceglie di mettere sul tavolo una leva economica destinata a rendere la nostra sanità più attrattiva”, evidenzia la presidente della commissione Sonia Brescacin (Lega-Liga Veneta). L’aumento di 150 milioni di euro in tre anni per incentivare le professioni nelle aree considerate disagiate è “una proposta concreta e innovativa rispetto al quadro offerto dalle altre regioni. Conosciamo bene le difficoltà legate al reclutamento del personale, che non rimane o che migra dal pubblico al privato o all’estero” e la risposta è l’incremento dei fondi contrattuali delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale. E tutto questo “senza nulla togliere ad altri livelli essenziali o alle assunzioni”, sottolinea Brescacin. Il provvedimento, “sebbene riconosca finalmente le oggettive difficoltà e la consapevolezza che le retribuzioni del comparto sanitario vanno aumentate, nasconde una serie di criticità. Insomma, siamo solo ad un primo passo lungo la strada della copertura delle profonde carenze nel sistema sanitario”, dicono le consigliere regionali del Pd, Anna Maria Bigon, Chiara Luisetto e Francesca Zottis. I 150 milioni in tre anni sono “una somma insufficiente e verrà prelevata dal fondo sanitario regionale, già ridotto e del quale da tempo ne chiediamo l’aumento. Rimane poi aperto il tema degli aumenti per i tecnici amministrativi e professionali del comparto per i quali attendiamo azioni precise anche dal tavolo Stato-Regioni”.