È stato disposto dalla procura di Torino un sequestro di beni preventivo per 74,8 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta che ruota intorno all’eredità Agnelli. Il provvedimento riguarda i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista e presidente della Juventus Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen.
I reati contestati
I reati contestati: frode fiscale e truffa in danno dello Stato. L’esecuzione del decreto di sequestro preventivo è stata delegata al nucleo di polizia economico – finanziaria del comando provinciale della guardia di finanza di Torino, che aveva svolto anche le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai pm Mario Bendoni e Giulia Marchetti.
Attraverso le attività investigative svolte – riassume una nota della Procura – è stata reperita una considerevole mole di documentazione contabile ed extracontabile, anche di tipo informatico (mediante l’analisi delle copie forensi dei dispositivi acquisiti), che, allo stato, ha confermato l’iniziale ipotesi accusatoria, peraltro già oggetto dell’originario esposto da cui è scaturito il procedimento penale, concernente la fittizia residenza estera di Marella Caracciolo, vedova dell’Avvocato. Un esposto firmato da Margherita Agnelli, figlia di Gianni e madre di John, Lapo e Ginevra.
La residenza di Marella Caracciolo
Per l’ipotesi della Procura, ci sarebbe l’esistenza di un disegno criminoso volto a sottrarre l’ingente patrimonio e i relativi redditi alle leggi successorie e fiscali italiane. In tale prospettiva – continua la nota della Procura – le indagini hanno progressivamente permesso di raccogliere «plurimi e convergenti elementi indiziari circa la stabile residenza in Italia, almeno a partire dall’anno 2010, di Marella Caracciolo. Il cui testamento era stato invece aperto seguendo il diritto svizzero, dove la donna aveva dichiarato residenza». È stata in tal modo disvelata – sempre secondo l’ipotesi accusatoria, allo stato sottoposta al vaglio del gip – l’esistenza di un’articolata strategia, tesa a rappresentare, sotto li profilo strettamente formale, la residenza elvetica della vedova di Gianni Agnelli, appunto.
Irpef evasa
Nello specifico al centro degli accertamenti ci sarebbero: imposte sui redditi, per i quali è stata quantificata un’irpef evasa (provento del reato di «frode fiscale») per complessivi 42,8 milioni di euro circa, rivenienti dalla sottrazione all’imposizione di una rendita vitalizia percepita da Caracciolo ammontante – negli anni dal 2015 al 2019 – a oltre 29 milioni e di redditi di capitale (per circa 116,7 milioni) derivanti da attività finanziarie detenute da trust con sede alle Bahamas; per le imposte sule successioni e donazioni sono stati computati tributi evasi per oltre 32 milioni di euro, su una massa ereditaria ricostruita di oltre 800 milioni, data dalle disponibilità indicate nell’inventario dell’eredità redatto dall’esecutore testamentario svizzero, dalle quote di un fondo di investimento lussemburghese, dalle rilevate spartizioni post mortem tra gli eredi di opere d’arte e gioielli di ingente valore.
Simona Lorenzetti e Massimiliano Nerozzi, corriere.it