Scudo fiscale retroattivo sui controlli per rilanciare le adesioni al concordato preventivo biennale con una base di imposta da 6.000 euro. Per invogliare circa 2,7 mln di partite Iva, soggetti Isa, all’adesione al patto anticipato di due anni dalle tasse, l’emendamento delle tre forze di maggioranza al decreto legge omnibus (dl 113/24) a firma di Fausto Orsomarso (FI), Massimo Garavaglia (Lega) e Dario Damiani (FI), presentato in commissione finanze del Senato, consente di sanare le annualità dal 2018 al 2023 e ancora accertabili dall’Agenzia delle entrate.
Il nuovo scudo fiscale per il concordato
Come funzionerà il ravvedimento speciale per il concordato? Il pagamento avverrà applicando un’ aliquota diversificata a seconda della base imponibile da sanare. Più precisamente, si calcolerà, per determinare la base imponibile, la differenza tra reddito dichiarato, in ogni anno sanabile, e l’incremento dello stesso calcolato con aliquota variabile. Ad esempio per il 5% per i soggetti con punteggio Isa pari a 10, 10 % per i soggetti Isa tra 8 e 10, fino ad arrivare al 50% per i soggetti con punteggio Isa inferiore a 3. Per gli anni Covid, gli anni di imposta 2020 e 2021 l’imposta sostitutiva è ridotta del 30%.
L’imposta sostitutiva varierà dunque al variare della base imponibile in un range tra il 10 e il 15%. Chi sceglie di ravvedersi dovrà versare un importo minimo di mille euro per ciascuna annualità oggetto dell’opzione e dunque partire da 6.000 euro. Il versamento sarà da effettuare in unica soluzione entro il 31 marzo 2025, per l’annualità di imposta 2018 entro il 30 novembre 2024. Versamento possibile a rate, 24 mensili, di pari importo a cui però si applicheranno interessi del 2%. Per spingere ulteriormente alla scelta del concordato si interviene anche per gli irriducibili, coloro i quali non scelgono di aderire o sono decaduti per le casistiche previste dalla legge. Nei casi in cui si applicano sanzioni amministrative nei loro confronti, le soglie di applicazione delle sanzioni accessorie si abbassano. Anche per il ravvedimento sono previste cause di esclusione e decadenza nei casi in cui non si rispetti il percorso dei pagamenti o vi siano misure cautelari. Più precisamente lo scudo è cucito nel seguente modo: la proposta prevede che per i sei anni 2018-2023 resti valido il vantaggio di non poter essere toccati da eventuali accertamenti. Sarebbero esclusi solo coloro per cui è decaduto il concordato, i soggetti per cui è decaduta la rateizzazione o se la domanda arriva dopo che l’amministrazione fiscale ha già contestato il mancato versamento delle tasse o sono state irrogate misure cautelari o notifiche di provvedimento di rinvio a giudizio. Nei giorni scorsi hanno aperto a nuove modifiche per il concordato preventivo biennale sia il relatore del provvedimento Giorgio Salvitti (FdI), sia il viceministro dell’economia Maurizio Leo. Il relatore ha dichiarato che: “Il nostro obiettivo è quello di continuare a lavorare su concordato preventivo biennale per migliorare un provvedimento. Vogliamo rendere questo strumento ancora più attrattivo, per portare a termine il processo di riforma della delega fiscale e siamo aperti a miglioramenti e consigli che arrivano da professionisti del settore”. Mentre il viceministro si è reso disponibile a valutare possibili interventi migliorativi al cpb tornando a ricordare che dal concordato sono attese risorse per allargare nel 2025 la platea degli sgravi Irpef, “un tema che mi sta sempre molto a cuore, ma ovviamente va condiviso con la maggioranza e con le coperture. Se il concordato ci dà delle risorse, vediamo di metterle al servizio del ceto medio” ha poi concluso Leo.
Quasi tre mld per nuovo taglio Irpef
Sempre Leo, infine, partecipando al convegno dei dottori commercialisti di Velletri ha confermato il lavoro sulla revisione delle detrazioni fiscali e lo studio di interventi sull’assegno unico per aiutare le famiglie. Mentre per allargare l’anno prossimo la platea del taglio Irpef servirebbero tra 2,5 e 4 miliardi di euro. Per portare l’aliquota dal 35% al 33% sui redditi fino a 50.000 euro servono 2,5 miliardi, mentre il conto sale a 4 miliardi se il beneficio fiscale viene esteso fino a 60.000 euro, ha calcolato Leo.
Cristina Bartelli e Maria Mantero, ItaliaOggi