«Sembrava una cosa vera… mi mandava video con le istruzioni, mi diceva persino che sarei potuta andare alla Polizia se non mi fossi fidata». Non si dà pace Valentina da quando ha scoperto di essere stata sua malgrado coinvolta in una truffa che l’ha vista perdere, insieme al suo fidanzato, più di 3.000 euro. Il modus operandi dei truffatori che hanno costruito il raggiro in cui è caduta, è lo stesso di quello che abbiamo trattato all’inizio dell’anno. Lo schema appartiene ad una truffa molto elaborata, che tuttora riesce a trovare vittime a cui sottrarre ingenti somme di denaro. L’inganno ha il nome di Money Muling (mulo di denaro) e ha lo scopo di trasferire denaro tra più soggetti per effettuarne il riciclaggio.
I truffatori riescono nell’intento guadagnandosi la fiducia delle vittime attraverso l’ingegneria sociale, sempre più «raffinata». La tecnica di ingaggio è sempre la stessa: attraverso un messaggio su WhatsApp la vittima viene agganciata da un truffatore, nel caso di Valentina con un prefisso +27, Sud Africa. Una volta intavolata una breve discussione, questa viene spostata su Telegram, dove agirà un nuovo livello di persone, formate per incentivare la vittima a fare parte dello schema truffaldino. Cadere in trappola purtroppo è molto semplice. Inizialmente alle vittime vengono consegnati soldi veri (ma disposti tramite bonifico da altre vittime), salvo poi chiedere somme sempre più ingenti e mai più restituite, nonostante la promessa di commissione. Ma lo schema descritto in precedenza, ora ha subito delle parziali modifiche.
Acquista dei film e ti diamo una commissione
Chi ha contattato Valentina l’ha invitata in un gruppo Telegram, chiamato con il nome della società di produzione cinematografica Metro-Goldwyn-Mayer(MGM), ovviamente all’oscuro di tutto e vittima di utilizzo improprio del brand. All’interno del gruppo Mgm vi sono bot che «parlano» tra loro e cercano di rendere lo scambio di denaro e le commissioni come qualcosa di lecito e che funziona davvero.
Per guadagnarsi la fiducia di Valentina e del suo compagno, i truffatori le hanno fatto pervenire (da un’altra vittima, tale Peter) bonifici fino a 150 euro. Il compito della coppia era di iscriversi ad una piattaforma che, emulando i contenuti della Mgm, mostrasse in un’area privata le commissioni maturate dalla donna in seguito ai bonifici effettuati secondo le modalità indicate da una persona che si fa chiamare «Fred» o «Il Professore». Anch’egli su Telegram, per ottenere sempre di più la fiducia dei due, addirittura inviava video con il suo volto e la sua voce. In una prima analisi, i video appaiono autentici e tutt’altro che creati con l’IA. La donna è riuscita a farsi inviare in tempo reale video e foto in cui mostrasse la sua reale voce e il viso: del tipo una frase chiave, un gesto. Una volta ottenuta la fiducia di Valentina, «il Professore» le ha anche inviato i suoi documenti con il suo volto di un cittadino romeno (presumibilmente fittizi) e l’invito a recarsi dalla Polizia qualora pensasse ci fosse «qualcosa di strano».
L’ingegneria sociale e l’inganno
Per tenere i due ragazzi sulle spine, «Il Professore» spiega che lui stesso dovrà subire delle conseguenze se non dovessero eseguire i pagamenti come e quando stabilito. Quando le commissioni tardano ad arrivare, Valentina tende ad insospettirsi, ma allo stesso tempo viene minacciata di essere perseguita legalmente qualora non si attenesse alle indicazioni. «Se questi ordini non vengono fatti ci sono gli avvocati, succede tutto un caso di stato» dice Ioan, alias «Il Professore» che prosegue: «Quindi una volta che accetti questo compito lo devi portare a termine». Con il senno di poi, Valentina ci spiega: «Ovviamente tutta una messa in scena per farti pressing psicologico perché tu pensi che sia una cosa vera».
L’antifrode della banca si attiva (tardi)
Intanto il reparto antifrode della sua banca si attiva e chiede ai ragazzi spiegazioni sui movimenti sospetti. Valentina spiega, come suggerito da «Il Professore», che le transazioni sono destinate ad un suo amico in Romania a cui doveva restituire delle somme di denaro. In realtà i bonifici da lei effettuati, arrivano tutti a conti lituani, come abbiamo già spiegato nella truffa precedente. In seguito la banca blocca ogni pagamento in uscita e in entrata del conto corrente e la truffa si interrompe. In totale Valentina e il suo fidanzato hanno versato 3.100 euro, con l’illusione di poter ottenere indietro 4.100 euro. Intanto la discussione con il truffatore cambia piega e incomincia ad avere toni più accesi. Alla donna sono stati chiesti ulteriori 4.000 euro e al suo rifiuto «Fred» incalza: «Ti odio. Smettila di scrivermi. Vai dalla polizia, sono stato sfortunato ad incontrarti».
Poco più tardi, i due ragazzi ricevono una telefonata da un numero del Regno Unito (prefisso +44). Dall’altro capo del telefono una donna, con accento straniero, la quale le riferisce che per vedere indietro i 3.100 euro devono scaricare un’applicazione, Blockchain.com. Il software che le chiedono di installare è utile al trading di criptovalute. «Per riavere i 3.100 euro, devi darci 100 euro» afferma la donna. Ma Valentina nel mentre sta recandosi a sporgere denuncia alla polizia (cosa che ha poi fatto) e sistemare la situazione in banca. «Posso richiamarti mentre sono in Questura?» chiede Valentina. «Sì, certo, chiamami dopo».
Cosa si rischia
Al netto dell’assurdità della situazione, che vede i criminali noncuranti di una denuncia, sono diversi i rischi per chi partecipa a schemi simili. Oltre al rischio di compromettere i propri risparmi e la sicurezza dei propri conti, l’Europol ha diffuso un documento in cui spiega come avvengono queste truffe e cosa si rischia a parteciparvi. Nei casi più gravi, Europol avverte che si potrebbe andare incontro a minacce o violenze nel caso non si intendesse più contribuire nello schema. Ma anche a livello legale potrebbe essere un grande problema. Gli istituti di credito potrebbero non elargire più mutui, o gli utenti potrebbero non ottenere un prestito studentesco. Il conto potrebbe venire bloccato e interdetta la possibilità di aprirne uno nuovo o ottenere una carta di credito. Infine, come riporta Europol, si potrebbe dover «scontare una pena detentiva, a svolgere lavori socialmente utili, oppure a pagare una multa».
Questo perché fare parte di questo schema, si rischia di diventare complici, in quanto il riciclaggio di denaro è un reato. Nonostante il Money Muling non sia una truffa del tutto nuova, è tuttora in auge. Nel dicembre del 2023 la Polizia Postale ha diffuso una nota relativa all’operazione Emma (European Money Mules Action) condotta con Europol e le forze di polizia di altri 27 Paesi. L’azione ha posto fine all’attività che vedeva implicati 474 reclutatori, 10.759 money mules e che ha portato ad un totale di 1.013 arresti e 4.659 indagini. La Polizia di Stato ha consentito di identificare in tutta Italia 879 money mules e prevenire frodi per oltre 6 milioni di euro in Italia e 32 milioni in tutta Europa. Per l’occasione è stata creata anche una campagna social: #dontbeamule. Ma a quanto pare, è un tipo di truffa che si diffonde a macchia d’olio e la sensibilizzazione e la prevenzione non è sufficiente. L’avvertimento è sempre lo stesso: se è troppo bello per essere vero, probabilmente non è vero. E ricordarsi che non bisogna mai credere ad annunci lavorativi che promettono guadagni facili.