Adesso Edizione della famiglia Benetton prepara lo sbarco nella transizione energetica. Dopo le infrastrutture con Mundys — la piattaforma cui fanno capo Aeroporti di Roma, Abertis e Getlink — Avolta, Cellnex e le partecipazioni finanziarie in Mediobanca e Generali che da sole fruttano circa 120 milioni di liquidità l’anno, la cassaforte ha costituto Edizione Renewables. Si tratta di un altro capitolo nel percorso di innovazione e Esg che già tocca tutti gli asset del gruppo. Ma che ora diventa anche un nuovo business. Edizione parte dalle attività che ha già in casa: le tenute agricole di Maccarese in Italia e poi la Compañia de Tierras nel Sud dell’Argentina. I progetti — che sono al vaglio in Sudamerica con Panamerica Energy — riguardano l’installazione di impianti eolici e agrivoltaici per la produzione di idrogeno da rinnovabili e di ammoniaca verde, utile per i fertilizzanti. Ci vorrà tempo per la definizione dei piani e gli iter autorizzativi ma lo schema è pronto. Edizione, sotto la guida del presidente Alessandro Benetton e del ceo Enrico Laghi guarda alle attività esistenti reinterpretandole con una visione innovativa. Parte in proprio e guarda a partnership e grandi alleanze strategiche per i successivi sviluppi futuri. Secondo quella «sperimentazione del fare» cara ad Alessandro Benetton che la famiglia ha scelto come esponente al vertice della cassaforte. Le startup, così come il venture capital, sono insomma considerate utili per fare esperienze concrete e testare settori industriali diversi, che possono eventualmente trasformarsi in nuovi business.
I dieci investitori-partner chiave
La transizione energetica e la sostenibilità, sia dal punto di vista finanziario che degli investimenti industriali, diventeranno sempre più strategiche nel percorso di crescita internazionale di Edizione. E rappresentano uno dei punti di attrazione di altri capitali che ne sostengano la crescita. Ormai le aziende partecipate da Edizione (9,5 miliardi di ricavi, in crescita del 13 per cento nel 2023) contano su almeno una decina di grandi partner strategici che hanno aderito al progetto del ticket Benetton-Laghi. Blackstone e Fondazione Crt hanno partecipato alla rivoluzione di Mundys (8,6 miliardi di ricavi nel 2023, +16%) contribuendo a farne uno dei campioni europei delle infrastrutture, spinto anche dal nuovo assetto in Abertis che vede l’imprenditore spagnolo Florentino Perez e la sua Acs come un alleato chiave e non più come un rivale. Avolta, frutto del matrimonio tra Autogrill e Dufry, ha visto l’adesione di Gic, il fondo sovrano di Singapore, storico partner di Edizione anche nel gruppo Cellnex, e di Advent. Un sistema di partnership strategiche che ha consentito peraltro anche l’ingresso di un investitore come il fondo canadese Cppib nel gruppo Costanera, partecipata di Abertis.I numeri
Il risultato? Un gruppo che conta su un valore netto delle partecipate a 12 miliardi costruito «nel segno della discontinuità con uno sguardo al futuro ricco di nuovi investimenti», come ha spiegato Alessandro Benetton all’ultima assemblea e prima ancora al cda che vede oltre ad Alessandro (figlio di Luciano), Carlo Bertagnin Benetton (Giuliana), Christian Benetton (Carlo), Ermanno Boffa (marito di Sabrina, figlia di Gilberto).
La cura dello storico business della United Colors
Ora il gruppo ha preso in cura anche lo storico business della United Colors al cui vertice è arrivato Claudio Sforza. Il cda ha deciso la strada della trasparenza e ha svalutato per 560 milioni la partecipazione che da anni registrava perdite. Edizione intanto ha messo sul piatto anche 260 milioni di investimenti nei prossimi due anni per il rilancio. Anche su quel fronte si è scelta la strada della discontinuità.
Polo stabile
Edizione è ormai un polo stabile di lungo periodo ideatore di aggregatore per operazioni di co-investimento con partner internazionali terzi. Da qui è scattata anche la necessità di adeguare anche la governance per rendere più «leggibile» a quei partner, spesso internazionali, i meccanismi che regolano il governo societario. Due i pilastri della nuova architettura che la famiglia ha cominciato ad allestire a fine del 2021 con l’arrivo di Alessandro Benetton nel ruolo di presidente ed Enrico Laghi in quello di amministratore delegato. La tappa finale, quanto a governance, frutto della rivoluzione impressa dalla famiglia.
Il numero crescente degli eredi dei fondatori
Uno dei motori del cambiamento è stato il numero crescente degli eredi dei fondatori Gilberto, Carlo, Luciano e Giuliana, una dinastia sempre più grande, in alcuni casi arrivata alla terza generazione, che vede ormai 22 azionisti. L’altra spinta è venuta dalla necessità di dare maggiore autonomia al board a cui spetta la scelta dell’indirizzo strategico del gruppo, una decisione che ha portato con sé il passaggio al modello monistico. Più agile e snello, il cda delegherà la gestione operativa a presidente e ceo cha avranno ampio mandato anche in termini di investimenti e gestione finanziaria.
La governance adeguata al nuovo assetto
La famiglia ha deciso di adeguare la governance al nuovo assetto e alle nuove strategie con un anno di anticipo rispetto alla scadenza del cda rafforzando i poteri del consiglio lasciando all’assemblea i poteri di approvazione del bilancio, con la disamina dell’andamento del gruppo, della sua strategia e la distribuzione dell’utile, più l’approvazione dell’amministratore delegato con la maggioranza dei due terzi. La regola era già in atto ma viene ribadita e nulla impedisce che i quattro rami si trovino d’accordo su nomi condivisi di altrettanti consiglieri indipendenti. Tutto il resto — dal piano industriale alle operazioni strategiche — sarà materia del cda. Il board resterà in carica fino all’approvazione del bilancio 2024, cioè fino a giugno del prossimo anno.
Scatterà il sistema monistico
Con l’adozione del sistema monistico non ci sarà più il collegio sindacale, sempre nella logica di rendere più compatto più veloce e compatto nelle decisioni. Sarà invece istituito un comitato di controllo operativo sempre dal 2025. Non è certo un’estromissione degli azionisti – precisa Edizione – perché in base alle nuove regole ognuno dei quattro rami familiari, qualunque sia il numero di componenti che raggiunge, potrà indicare solo due componenti, dei quali uno sarà indipendente e l’altro potrà essere scelto all’interno del proprio ramo familiare. Si tratta piuttosto di rendere più moderno, trasparente e reattivo il processo decisionale.
L’aggregazione tra Autogrill e Dufry
Quando Edizione decise di procedere con l’aggregazione tra Autogrill e Dufry, che diede origine ad Avolta — per fare un esempio — è stato necessario convocare un’assemblea che ha approvato con la maggioranza dei due terzi l’operazione. Oggi quei passaggi appaiono sfrondati. E questo vale per le grandi operazioni ma anche per le opportunità di investimento che possono passare davanti e che Edizione vuole cogliere più in fretta.
L’investimento con Byron Trott
Come è emerso dal bilancio 2023 la holding ha investito, assieme al banchiere americano Byron Trott, nelle aziende di packaging Ima e Promach perché, come ha sempre ribadito Alessandro Benetton. «Crescita, sviluppo di partnership, internazionalizzazione, sostenibilità e innovazione» sono la sua cifra.
La rivoluzione al cda del 2025
Poi, c’è il nuovo capitolo che guarda più lontano – oltre il rinnovo del cda del prossimo anno – e tocca le regole di ingaggio per la terza generazione. Che per avere un posto in consiglio dovrà dimostrare di avere un curriculum adeguato. Oltre alla laurea, gli eredi dovranno aver completato un corso di studi post-universitario — master o Phd — in una materia economica, ingegneristica o giuridica oppure nell’ambito delle relazioni internazionali presso un’università di prestigio; dovranno aver conseguito un’esperienza in società non del gruppo per almeno cinque anni nell’ambito dell’investment banking, corporate finance, advisory strategico, private equity, o in uno dei settori in cui operano le principali società partecipate di Edizione. Insomma, per entrare nella cabina di regia è richiesta competenza.Le strategie
Riorganizzazione nei rami familiari
Intanto gli eredi di Carlo, Gilberto, Giuliana e Luciano Benetton si organizzano, ciascuno nell’ambito del suo ramo familiare. I fratelli Massimo, Andrea, Christian e Leone Benetton, figli di Carlo, scomparso nel luglio del 2018, hanno deciso di dare vita a un progetto congiunto di scissone asimmetrica della loro holding Proposta, a favore di tre nuove società Proposta Prima, Proposta Seconda e Proposta Terza per perseguire in maniera autonoma le proprie strategie imprenditoriali. Non cambia nulla nell’assetto di Edizione perché complessivamente quella parte della famiglia avrà sempre il 25% . Ma anche questo è un modo per la dinastia di guardare al futuro con ordine e disciplina.
Daniela Polizzi, corriere.it