La tassa minima al 15% è un flop. Solo 35 paesi (27 dei quali membri dell’Ue) stanno implementando la tassa minima per le multinazionali, a fronte degli oltre 140 paesi membri dell’Inclusive Framework che avevano sostenuto la riforma Ocse a due pilastri nell’ottobre 2021. Tuttavia, nonostante il numero limitato di paesi attivati, sembra che l’imposta applicata alle multinazionali con un fatturato superiore ai 750 milioni di euro stia già producendo effetti. È quanto emerge dall’edizione 2024 delle Statistiche fiscali delle imposte sulle società dell’Ocse.
Il report
Il report include dati anonimi e aggregati sul Country-by-Country Reporting (CbCR) per oltre 8.000 gruppi multinazionali operanti in tutto il mondo, con nuovi dati sulla variazione delle aliquote effettive applicate all’interno di ciascun paese. I dati mostrano la presenza di profitti tassati a un livello inferiore al 15% anche in quei paesi considerati ad alta tassazione, a causa di incentivi fiscali e altre concessioni mirate implementate dai governi. “Questi profitti a bassa tassazione evidenziano il potenziale di raccolta di entrate dalla tassa minima globale, anche in giurisdizioni considerate ad alta tassazione in base alle aliquote fiscali medie”, spiega l’organizzazione con sede a Parigi.
Aliquote stabilizzate
Le aliquote dell’imposta sul reddito delle società si stanno stabilizzando a livello mondiale dopo un lungo periodo in discesa. E la causa potrebbe essere l’introduzione dell’aliquota minima del 15%. Le aliquote medie, infatti, sono rimaste stabili al 21,1% negli ultimi tre anni. Una situazione significativa, considerando che le aliquote medie sono scese dal 28% nel 2000 al 21,1% nel 2021. Non solo le aliquote si stanno stabilizzando, ma anche gli incentivi fiscali per attrarre beni immateriali e i relativi redditi. I dati comunque continuano a indicare la presenza di erosione della base imponibile e trasferimento dei profitti (Beps), sebbene si osservino segnali di riduzione negli ultimi anni. Gli indicatori di potenziale attività Beps sono diminuiti negli hub di investimento rispetto a quattro anni fa. Questi indicatori includono i ricavi mediani per dipendente (diminuiti del 13,1% rispetto al 2017), i profitti mediani per dipendente (diminuiti del 16,1%) e i ricavi da parti correlate come quota del totale dei ricavi (diminuiti dell’11,5%).
Influenza della pandemia
Ma attenzione. “Sebbene questi indicatori possano riflettere una riduzione delle attività Beps, i dati CbCR del 2021 potrebbero essere stati influenzati dalla crisi innescata dal Covid-19”, spiegano da Parigi. “Inoltre, tutti questi indicatori rimangono molto più alti negli hub di investimento rispetto ad altre giurisdizioni, indicando la persistente presenza di attività BEPS”. L’Italia ha recepito la direttiva (Ue) 2022/2523 in materia di imposizione minima globale con gli articoli 8-60 del decreto legislativo 27 dicembre 2023, n. 209, che a sua volta introduce il secondo pilastro della riforma internazionale del fisco delle società sviluppato dall’Ocse (Regole GloBe) ideato per contrastare il trasferimento dei profitti nei paradisi fiscali e limitare la corsa al ribasso sulle aliquote fiscali offerte alle società.
Matteo Rizzi, ItaliaOggi