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Respinge totalmente le accuse di aver «bucato» le elezioni francesi in Rai, la relazione dell’amministratore delegato, Roberto Sergio, che sarà recapitata martedì alla presidente della commissione di Vigilanza, Barbara Floridia.
Nelle due pagine che sono state messe a punto ieri, in collaborazione col direttore generale Giampaolo Rossi, si legge, tra l’altro, che in particolare RaiNews24 ha dedicato al voto, con lo speciale «Francia al bivio», tra le 18 della domenica e le 6 del lunedì successivo, il 44,6% del proprio tempo, cioè 321 minuti: cinque ore e mezza. Sergio rimarca che anche Tg1 e Tg2 hanno dedicato aperture e spazio nelle edizioni serali. Mentre il Tg3 ha realizzato uno speciale con il 7,1% di share dopo le 23. Una scelta definita «giusta», in quanto a quel punto mancavano solo 20 seggi da assegnare su 577.
La difesa prosegue citando la copertura delle precedenti elezioni francesi, cui la Rai non dedicò alcun evento ma solo una finestra su RaiNews24 nello speciale sull’Ucraina. Infine l’ad riferisce che le altre emittenti pubbliche europee non hanno offerto speciali sulla Francia sui canali generalisti ma solo servizi nei Tg.
Nessun passaggio della breve relazione riguarda gli inserimenti nel notiziario di RaiNews24 delle dirette dal Festival di Pomezia. Tranne la premessa della relazione, dove si afferma che «resta ferma e impregiudicata l’autonomia decisionale e la responsabilità editoriale dei direttori di testata». Insomma la colpa sarebbe del direttore Paolo Petrecca, alla cui vicedirettrice l’ad ha confermato la fiducia.
Una missiva contenente le stesse informazioni, ma dal piglio molto meno istituzionale, Sergio l’ha inviata alla presidente Marinella Soldi, che aveva criticato il «buco» della diretta. A lei l’ad contesta di aver emesso un giudizio basato sulle affermazioni di «alcune testate nazionali concorrenti» prima di ricevere spiegazioni dirette, arrecando «danno reputazionale» all’azienda.
Un fatto che spiega il clima che si respira oggi in Rai, con un cda scaduto da un mese e mezzo e ancora non rinnovato. Sul punto c’è chi spera che la premier Giorgia Meloni, di ritorno da Washington, tra domani e lunedì sciolga le riserve sulle nomine e avvii la stagione del ricambio entro luglio.
Com’è d’uopo, è questo il tempo dei lunghi coltelli, delle indiscrezioni spesso smentite, come quella della fuga di Fiorello verso il Nove, o quelle sui consiglieri di Meloni avversi a questo o quel candidato. O le voci (abbastanza fondate) sulla resa dei conti che la Lega starebbe preparando per farsi largo nel duopolio Rai di FdI e FI. Niente è ancora scritto: il mercato impazza e l’opposizione randella duro. Sergio si considera sempre in pista per la direzione generale, Giampaolo Rossi resta il candidato favorito per l’ad. Tra loro i rapporti oggi sono formali: ciascuno dei due sa che il proprio destino sarà determinato da bilanciamenti e compromessi su cui non possono più incidere.
Antonella Baccaro, corriere.it