Nel corso degli ultimi dieci anni, il panorama del lavoro autonomo in Italia ha subito significativi cambiamenti, con un particolare impatto sugli artigiani e sui commercianti. Secondo l’Osservatorio Inps sui lavoratori autonomi, nel 2023 si è registrato un calo preoccupante nel numero degli artigiani, che ha visto una riduzione del 4,8% rispetto all’anno precedente. Questo decremento rappresenta una perdita di 73.357 unità, portando il totale a 1.456.918 artigiani, un numero significativamente inferiore rispetto ai 1.775.232 del 2014, segnando una diminuzione del 17,94%.
Il calo del numero degli artigiani negli ultimi anni è stato costante e marcato. Nel 2014, gli artigiani registrati erano 1.775.232, ma da allora il settore ha perso oltre 318.000 unità. Le ragioni di questa decrescita possono essere attribuite a vari fattori, tra cui la crisi economica, l’aumento della concorrenza da parte delle grandi catene e delle piattaforme online, e le difficoltà legate ai costi operativi e fiscali.
Anche i commercianti iscritti alla gestione speciale hanno affrontato un calo, seppure meno marcato rispetto agli artigiani. Nel 2023, il numero di commercianti era di 2.051.022, con una diminuzione dello 0,5% rispetto al 2022. Nel 2014, i commercianti erano 2.228.678, il che significa che nel corso di un decennio il settore ha perso 177.656 unità, pari a una riduzione del 7,97%.
Il confronto decennale tra il 2014 e il 2023 mostra chiaramente una tendenza negativa in entrambi i settori, ma con una maggiore intensità nel caso degli artigiani. Mentre il numero degli artigiani è diminuito del 17,94%, i commercianti hanno visto una riduzione del 7,97%. Questi dati suggeriscono che il settore dell’artigianato sta affrontando sfide più gravi rispetto a quello del commercio.