Nel corso del 2023, l’Italia ha visto l’attivazione di oltre 13 milioni e 72 mila nuovi rapporti di lavoro, segnando un aumento di 445 mila unità rispetto all’anno precedente, equivalente al 3,5%. Questi dati emergono dal recente rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie pubblicato dal Ministero del Lavoro.
Le cifre indicano un rallentamento nella crescita rispetto al 2022, quando l’aumento era stato più marcato, pari al 11,2%. Nel contempo, sono stati conclusi 12 milioni e 224 mila rapporti di lavoro, con un incremento dell’0,5% rispetto all’anno precedente, evidenziando un aumento più contenuto rispetto al +14,5% registrato nel 2022.
Una delle statistiche più significative riguarda la differenza tra nuove attivazioni e cessazioni, che nel 2023 è stata di 848 mila unità, in netta crescita rispetto all’anno precedente, quando era stata di 461 mila unità.
Le nuove attivazioni hanno coinvolto 7 milioni e 384 mila lavoratori, con un aumento del 4,1%, corrispondente a una media di 1,77 contratti pro capite. I contratti a tempo determinato hanno visto un modesto aumento del 1%, mentre quelli a tempo indeterminato e di apprendistato hanno registrato un calo rispettivamente del 2,5% e del 5%.
Settori come altri servizi pubblici, sociali e personali hanno visto una crescita del 22,5% nelle attivazioni, mentre alberghi e ristoranti hanno registrato un aumento del 7,6%. Al contrario, l’agricoltura (-3,2%), l’industria (-2,8%) e le attività svolte da famiglie e convivenze (-3,7%) hanno visto un calo nelle attività lavorative.
Il 43,1% delle nuove attivazioni è avvenuto nelle regioni del Nord, il 32,3% nel Mezzogiorno e il 24,6% nel Centro. I giovani sotto i 24 anni hanno mostrato un aumento dell’8,1%, mentre i lavoratori di 55 anni e oltre hanno visto un incremento del 10,4%.
Sono stati attivati 283 mila tirocini nel 2023, con un decremento del 9,6% rispetto all’anno precedente, e 1 milione e 416 mila rapporti di lavoro in somministrazione, con una diminuzione del 4,9%.