Doccia fredda nella mattinata odierna per chi usa (o forse ora è meglio dire “usava”) un abbonamento di A2A (nella foto, l’a. d. Renato Mazzoncini) per la ricarica di auto elettriche. Anche A2A si è allineata a tariffe più alte come già fatto da Be Charge e Enel X, rimodulando i prezzi dei suoi abbonamenti, che danno accesso a costi di ricarica più bassi rispetto all’uso a consumo.
L’abbonamento base, E-moving Small, da 40 kWh al mese, passa a un costo di 25 euro, ovvero un costo unitario di 0,625 euro al kWh. La versione Medium, che offre 100 kWh al mese, si alza a 57 euro, con conti al kWh presto fatti. Infine l’abbonamento più grande cambia nome, ora si chiama Large, ed offre 200 kWh per 106 euro al mese. Quindi 0,53 euro al kWh. L’unico modo di avere uno sconto è essere clienti A2A Energia per le utente domestiche. In questo modo i tre abbonamenti passano rispettivamente a 22, 49 e 85 euro al mese.
Ma non è tutto, perché la ricarica con questi abbonamenti include tutte le colonnine pubbliche, ad eccezione di quelle denominate Ultra e Fast+, cioè quelle a più alta potenza e velocità, per le quali ci sarà sempre un corrispettivo aggiuntivo in base ai kWh prelevati, con costo variabile ed indicato sull’App.
Questo aumento rende quindi le ricariche più potenti non più convenienti come pochi giorni fa, e rende i Tesla Supercharger aperti a tutti più competitivi. Con prezzi oscillanti tra 0,50 e 0,60 euro al kWh, in base alle location, potrebbero in determinate situazioni costare meno delle colonnine pubbliche di altri gestori. Ed inoltre si trovano una media di 12 stalli – anziché 1, 2 o al massimo 4 – con guasti e malfunzionamenti rarissimi. Da precisare che i proprietari di auto non-Tesla per avere accesso alle tariffe Supercharger più conveniente devono sottoscrivere un abbonamento mensile da 12,99 euro, quindi c’è maggiore convenienza per chi percorre tanti chilometri ed ha necessità di ricaricare più spesso.
Massimiliano Zocchi, auto.hwupgrade.it