Secondo i dati resi noti in occasione della conferenza stampa tenutasi presso la Sala Laudato Sì del Campidoglio in occasione della Giornata mondiale della sindrome di Down, in Italia nasce circa 1 bambino su 1.000 affetto da questa condizione, che colpisce un totale di circa 38.000 persone nel paese, di cui 23.000 sono già adulte. A livello mondiale, il numero di individui con sindrome di Down raggiunge i 5,4 milioni.
Il Prof. Eugenio Barone, nella foto, docente ordinario di Biochimica presso l’Università Sapienza di Roma e presidente del Comitato Organizzatore della Conferenza Internazionale sulla sindrome di Down, ha sottolineato che si tratta di una condizione genetica ben nota, caratterizzata dalla trisomia del cromosoma 21, che rappresenta la causa più comune di disabilità intellettiva. Nel corso degli ultimi cinquant’anni, grazie ai progressi della medicina, la durata della vita delle persone con sindrome di Down è aumentata notevolmente: oggi, l’80% di esse raggiunge i 55 anni, mentre 1 su 10 supera i 70 anni.
Il Prof. Barone ha evidenziato che il maggiore accesso alle cure mediche ha contribuito significativamente a migliorare la qualità della vita delle persone affette da questa condizione. In passato, queste persone erano spesso soggette a isolamento, sia all’interno che all’esterno del contesto familiare, a causa dello stigma associato alla sindrome di Down. Tuttavia, il progresso verso una maggiore integrazione sociale e familiare sembra aver contribuito anche a prolungare la loro aspettativa di vita.
Nonostante i progressi compiuti, il Prof. Barone ha sottolineato che permangono ancora molte disparità da affrontare. L’accesso alle risorse mediche e ai servizi di supporto rimane insufficiente, evidenziando la necessità di ulteriori interventi per colmare queste lacune e garantire un migliore sostegno alle persone con sindrome di Down e alle loro famiglie.