«La presentazione del Piano Strategico 2024/2035 di A2A ha consentito ai cremonesi di avere diverse conferme», scrivono in una nota Luca Ghidini e Carlo Malvezzi, rispettivamente commissario cittadino e capogruppo in consiglio comunale di Forza Italia. «Il dg e ad Renato Mazzoncini (nella foto) ha manifestato la volontà della società sia di investire risorse presso il termovalorizzatore con la prospettiva di mantenerlo attivo per i prossimi 12 anni, che di realizzare l’impianto di biometano nell’area di via San Rocco. Dichiarazioni che hanno generato un autentico corto circuito nella maggioranza di centrosinistra».«Il messaggio di A2A – continua – è coerente con le finalità di una spa che fa business e deve rispondere a soci e investitori. Confligge però con la falsa narrazione della maggioranza di centrosinistra; perché la scelta di vendere LGH ad A2A, decisa dai vertici nazionali e regionali del PD, ha condannato Cremona all’irrilevanza. Chi oggi nel centrosinistra finge di stracciarsi le vesti è uno sprovveduto o, più probabilmente, finge di esserlo. Dimostrando una certa astuzia, Mazzoncini ha affermato di voler rinviare a dopo le elezioni il confronto sul progetto 20-30. Noi chiediamo invece che la condivisione delle scelte sul futuro energetico della città avvenga ora; alla luce del sole, rappresentando un tema centrale della campagna elettorale, e dando la possibilità ai cremonesi di scegliere consapevolmente tra chi li ha ingannati per dieci anni e chi approccia questa tematica in modo responsabile, razionale, scientifico e trasparente. Ciò mentre il centrosinistra continua ad ingannare i cittadini per coprire le irresponsabili promesse della Giunta Galimberti/Virgilio, volendo far ancora credere che A2A voglia agire come una Onlus». «Ma il termovalorizzatore è di A2A, che ne dispone avendolo acquistato; così, gli amministratori di Cremona non possono incidere sul suo futuro. Per questo la scelta di vendere LGH ad A2A è stata sbagliata, andando nell’interesse di A2A e a discapito di Cremona e del territorio. La volontà della società è chiara: investire sull’impianto per poterne migliorare le prestazioni anche oltre il 2029, data di scadenza dell’attuale autorizzazione. La dismissione del termovalorizzatore non è per noi la priorità assoluta. Ci interessa che sia dotato delle più avanzate tecnologie e che operi nel rispetto dell’ambiente riducendo al minimo le emissioni. La rete del teleriscaldamento deve continuare ad essere alimentata da fonti rinnovabili, sia per ragioni ambientali, sia per evitare di penalizzare economicamente le utenze. Non abbiamo nostalgie delle inquinanti discariche».«Crediamo nella raccolta differenziata, ma abbiamo colto tutti i limiti della tariffa puntuale che si è rilevata iniqua, penalizzante per le famiglie e che ha portato all’incremento dell’abbandono dei rifiuti. Siamo aperti a valutare soluzioni alternative al trattamento dei rifiuti, purché più sostenibili sotto l’aspetto ambientale, economico e sociale. E siamo favorevoli alla produzione di biometano, ma non ad ogni costo e in ogni luogo. L’ipotesi di via San Rocco presenta consistenti criticità evidenziate da tutti gli enti che partecipano alla conferenza di servizi, compreso l’ufficio tecnico del Comune. Criticità che non possono essere sottovalutate o ignorate per assecondare la volontà politica dell’amministrazione o gli interessi di A2A. Citare la sindrome di Nimby ci è sembrato inopportuno e, per certi aspetti, offensivo dell’intelligenza delle persone». «Siamo per un approccio rigoroso dal punto di vista tecnico e scientifico. Crediamo nella libertà di intrapresa; non accettiamo però decisioni irrazionali che confliggono con le norme ambientali e la programmazione urbanistica approvata dallo stesso Comune. Le criticità ambientali, naturalistiche, paesaggistiche, idrogeologiche e strutturali dell’impianto appaiono insormontabili, dunque la sua localizzazione vipensata. Quanto al progetto Cremona 20-30, è apparso da subito uno specchietto per le allodole, per aiutare l’amministrazione Galimberti-Virgilio a far digerire ai cremonesi la totale perdita di controllo su una società di cui il Comune era tra i soci di maggioranza. E infatti, su 15 progetti per impianti di produzione di energia previsti, a distanza di 3 anni gli unici 3 realizzati sono quelli ‘firmati’ da un’altra società pubblica del territorio».«Fatta eccezione per la tariffazione puntuale e l’impianto di biometano, nessuno degli altri 10 interventi elencati nel Memorandum di competenza di A2A si è tramutato in progetti tecnici reali. Nel frattempo, A2A ha proseguito nell’incorporazione di LGH, eliminando ogni riferimento locale nel suo vertice. Chiediamo a Mazzoncini un confronto pubblico sul grado di attuazione di quei progetti e sulla conferma della volontà di realizzarli. È indispensabile che avvenga prima del voto, perché i cittadini possano valutare se la ‘partnership’ con il territorio cremonese è reale, oppure – come temiamo – è stata citata solo per acquisire un ingente patrimonio pubblico (da oltre 100 milioni) alle migliori condizioni e senza gara pubblica. Saremmo felici di essere smentiti dai fatti» conclude la nota.
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