Intesa Sanpaolo (nella foto, l’a. d. Carlo Messina) ha presentato oggi alle imprese delle Marche e dell’Emilia-Romagna, presso la propria sede di via Battistoni a Jesi, le opportunità di sviluppo internazionale offerte dal Gruppo grazie alle sinergie tra la Divisione International Subsidiary Banks (ISBD) e la Divisione Banca dei Territori, che hanno portato alla realizzazione di un programma dedicato al potenziamento del business cross-border delle mid-corporate che operano nei 12 Paesi serviti dalle banche commerciali del Gruppo in Centro e Sud-Est Europa e Nord Africa.
Ambizione del programma, già attuato con successo lo scorso anno nei mercati di Slovacchia (attraverso VUB Banka), Romania (Intesa Sanpaolo Bank) e Ungheria (CIB Bank), è rafforzare il posizionamento di Intesa Sanpaolo come banca di riferimento e partner a lungo termine per le imprese, valorizzando le sinergie infragruppo a favore delle PMI. Con il 2024 il programma si estende ad Albania, Croazia, Serbia e Slovenia per proseguire, in seguito, ad altri mercati nei quali sono presenti complessivamente oltre 2.000 gruppi industriali italiani con proprie sussidiarie nei Paesi del perimetro della rete estera ISBD.
Durante l’incontro sono state illustrate alle imprese clienti della Direzione Regionale Emilia-Romagna e Marche le linee di finanziamento e l’offerta di prodotti e servizi dedicati all’internazionalizzazione, andando a coinvolgere Intesa Sanpaolo Bank in Albania, Privredna Banka Zagreb in Croazia, Banca Intesa Beograd in Serbia, Intesa Sanpaolo Bank in Slovenia, insieme alle Direzioni Regionali della Banca dei Territori e alla Direzione Agribusiness.
“La forte propensione all’export è un pilastro della crescita delle imprese emiliano-romagnole e marchigiane. La rete internazionale di Intesa Sanpaolo assicura alle nostre aziende un’opportunità di sviluppo del business attraverso supporto specialistico e un affiancamento costante sia nei Paesi d’interesse che in nuovi mercati – sottolinea Alessandra Florio, direttrice regionale Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo -. A sostenere le esportazioni delle due regioni c’è inoltre la forte presenza di distretti e filiere corte a livello locale: ad oggi per facilitare l’accesso al credito di queste realtà abbiamo siglato 105 programmi di filiera in Emilia-Romagna e 23 nelle Marche, che coinvolgono 3.000 aziende fornitrici per un giro d’affari complessivo di oltre 16 miliardi di euro”.
Analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per l’Emilia-Romagna
Nel 2022 l’interscambio commerciale tra l’Emilia-Romagna e Albania, Croazia, Serbia e Slovenia ha superato 3,2 miliardi di euro. Le esportazioni sono state pari a quasi 1,8 miliardi di euro, mentre le importazioni si sono attestate a oltre 1,4 miliardi milioni di euro, per un saldo commerciale positivo di circa 330 milioni di euro.
L’Emilia-Romagna si posiziona al quarto posto in Italia per esportazioni verso Albania, Croazia, Serbia e Slovenia, con una quota sul totale nazionale del 10,7%. L’export verso questi Paesi è così distribuito: 683 milioni verso la Slovenia (9,6% del totale nazionale), 591 milioni verso la Croazia (10,7%), 286 milioni verso la Serbia (12,9%) e 210 milioni verso l’Albania (12,1%). I principali settori di esportazione Meccanica (281 milioni), Agro-alimentare e bevande (261 milioni), Metallurgia (205 milioni).
La regione si colloca al terzo posto in Italia per import da Albania, Croazia, Serbia e Slovenia, preceduta solamente da Veneto e Lombardia, con una quota sul totale nazionale del 9,7%. Quasi la metà dei prodotti importati provengono dalla Slovenia (686 milioni), circa 473 dalla Croazia, poco più di 160 dall’Albania e i restanti 115 milioni dalla Serbia. Le importazioni riguardano prevalentemente il settore Agro-alimentare e bevande (quasi 380 milioni), seguito da Elettronica (105 milioni), Elettrotecnica (97 milioni) e Meccanica (96 milioni).
Tra il 2021 e il 2022 le esportazioni emiliano-romagnole a prezzi correnti verso Albania, Croazia, Serbia e Slovenia hanno registrato una crescita del 28,4%; le vendite sono aumentate di circa 391 milioni con un aumento maggiore verso la Croazia (+154 milioni; +35,3% la variazione tendenziale), ma anche gli altri paesi hanno registrato incrementi significativi con bilanci in positivo del +27,3% per la Serbia (+61,3 milioni di euro), +25,1% per la Slovenia (+137 milioni di euro) e +22,6% per l’Albania (+38,6 milioni di euro). Nei primi nove mesi del 2023 l’incremento si smorza ma rimane in territorio positivo (+3,2%, a fronte di una leggera contrazione per l’Italia del -1,3%). Al risultato ha contribuito soprattutto l’andamento brillante verso la Croazia (+12,7% tendenziale), in positivo l’Albania (+2,6%), decrementi verso Serbia (-1,6%) e Slovenia (-2,7%).
Analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per le Marche
Per le Marche l’interscambio commerciale nel 2022 è stato di 978 milioni di euro, di cui circa 524 di export e 454 di import, con un avanzo complessivo di circa 70 milioni.
I flussi di export verso l’Albania si attestano a 213 milioni di euro, segue la Slovenia con 127, la Serbia con 102, chiude la Croazia con 83. Principale settore per l’export marchigiano è la Meccanica, con il 13,2% sul totale (69,3 milioni), seguono Filiera della pelle (66,2 milioni) e Prodotti in metallo (48,7 milioni).
Per le importazioni oltre 210 milioni provengono dall’Albania, 100 dalla Croazia, 79 dalla Serbia e 66 dalla Slovenia; il principale settore di importazione è la Filiera della pelle (quasi 126 milioni), seguita dall’Elettrotecnica (57 milioni) e dai Prodotti in legno (50 milioni).
Per le Marche, nel 2022 le esportazioni verso le quattro destinazioni hanno registrato una crescita del 28,4%, con performance che variano dal +52,4% della Slovenia al +14,1% dell’Albania. Il traino alla crescita è stato fornito soprattutto dell’andamento della Farmaceutica (+33 milioni). Importante anche il contributo dei Prodotti petroliferi raffinati (+17 milioni). Anche al netto di questi due settori le esportazioni sono comunque cresciute di oltre il 16%, soprattutto grazie alla Meccanica (+23,8%) e alla Filiera della pelle (+13,9%). Nei primi nove mesi del 2023, il trend si è invertito con un decremento del 7,7%, è opportuno però evidenziare che la contrazione tendenziale dell’export regionale, depurata dalla dinamica del comparto petrolifero, è stata contenuta nella misura del 3,6%.