Dietrofront di Bruxelles sulle concessioni agli agricoltori. Più facilitazioni e meno vincoli nella gestione dei terreni a riposo. La commissione europea ha proposto una nuova versione della bozza di regolamento che prevede la deroga, per il 2024, all’obbligo di tenere il 4% delle superfici a seminativo in condizione improduttiva (BCAA 8 della Politica agricola comune).
Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, la retromarcia è stata inserita a seguito della freddezza con cui gli stati membri hanno accolto l’iniziativa, giudicata da subito scarsamente efficace e tale da non fornire le risposte che gli agricoltori europei si attendono, in termini di flessibilità e margini di manovra.
Intanto, sul fronte interno, il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso di un question time ieri in senato, ha assicurato che: «E’ in corso di valutazione l’intervento in materia di esenzione dall’Irpef per gli imprenditori agricoli che necessitino di un effettivo sostegno, eventualmente prevedendo specifiche franchigie». Il ministro ha, poi, aggiunto che «la misura potrebbe essere inserita anche nel decreto-legge Milleproroghe, attualmente all’esame della camera dei deputati». Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, l’esenzione dovrebbe scattare fino a diecimila euro di reddito (per una copertura attorno ai 258 mln); oltre questa soglia si applicherà la tassazione a norma vigente (rendita catastale).
Le proposte della Ue
Ma torniamo alle proposte di Bruxelles, circa la rivisitazione della Pac. La versione iniziale della proposta di regolamento prevedeva la possibilità, per gli stati membri, di consentire agli agricoltori di soddisfare l’obbligo coltivando sul 7% dei seminativi aziendali le colture azotofissatrici (ad esempio la soia) e/o le intercalari (colture secondarie e cover crop), con due rilevanti limitazioni. La prima è il divieto assoluto di utilizzare i prodotti per la difesa delle colture e la seconda è di applicare alle coltivazioni intercalari un coefficiente di 0,3.
La soluzione prospettata trovava, però, consenso soltanto a Parigi. La Francia è stata l’ispiratrice dell’intervento perché in linea con le proprie esigenze nazionali. Per la maggior parte degli altri stati membri, tra cui l’Italia, la deroga così impostata risultava scarsamente utile, se non addirittura indifferente, per come è stato impostato il piano strategico nazionale della PAC 2023/27.
Per evitare una bocciatura politica e tenendo conto dei ristretti margini temporali disponibili, la commissione europea è subito corsa ai ripari ed ha modificato l’impostazione della deroga, rendendola più interessante agli occhi degli stati europei e degli agricoltori, ma probabilmente non del tutto soddisfacente.
La bozza del nuovo testo legislativo
Ecco di seguito gli elementi del nuovo testo legislativo in bozza che sarà discusso dalla commissione con i paesi Ue e votato in una riunione convocata per oggi. In primo luogo, è sufficiente utilizzare le azotofissatrici e le colture intercalari sul 4% dei terreni a seminativi dell’azienda agricola, abbassando così l’aliquota iniziale che era il 7%. Inoltre, è stato eliminato il coefficiente di ponderazione di 0,3 per le intercalari. Rimane, al momento, ma pare che su questo aspetto ci sia una certa contrarietà da parte dei paesi membri, il divieto all’utilizzo dei prodotti per la difesa fitosanitaria.
Alla luce della nuova versione del testo legislativo, un’azienda agricola italiana con 50 ettari di superficie a seminativo, può soddisfare l’obbligo della condizionalità rafforzata, previsto nella BCAA 8, coltivando due ettari di terreno a soia, oppure a leguminose, oppure a colture intercalari, anche in combinazione tra di loro. In questa maniera sfrutterà l’intero potenziale produttivo aziendale, senza essere obbligata a lasciare incolte le superfici agricole.
Nel corso della riunione di oggi tra l’esecutivo Ue e i rappresentanti degli stati, si discuterà anche di come attuare la deroga per il 2024, superando le differenti posizioni che tuttora sussistono. Non solo. Verosimilmente, si parlerà di ulteriori concessioni da mettere in campo a favore degli agricoltori europei.
L’Italia ha proposto la deroga alla norma che impone la rotazione delle colture (BCAA 7), già utilizzata nel 2023.
ItaliaOggi