Intelligenza artificiale contro l’evasione fiscale, per l’Unione europea il rischio non è elevato. Le amministrazioni potranno utilizzare l’IA a fini fiscali, doganali e contro il riciclaggio del denaro sporco senza le tutele previste nei sistemi di IA ad alto rischio utilizzati dalle autorità di contrasto dei reati. Nelle tre aree indicate, le tecnologie “non dovrebbero essere classificate come sistemi di IA ad alto rischio utilizzati dalle autorità di contrasto a fini di prevenzione, accertamento, indagine e perseguimento di reati”. È quanto risulta dal preambolo del futuro regolamento sull’intelligenza artificiale (AI Act) approvato venerdì dal comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Unione europea (Coreper I), il principale organo preparatorio del Consiglio Ue. Il testo ora dovrà essere approvato formalmente dal Consiglio e anche dalla plenaria del Parlamento europeo in aprile. Ma la versione del testo ad oggi pervenuta è quella definitiva a cui si è giunti a inizio dicembre dopo lunghi negoziati all’interno del trilogo tra Consiglio, Parlamento e Commissione.”dato il loro ruolo e responsabilità”, le azioni “che comportano determinati usi dei sistemi di IA sono caratterizzate da un significativo squilibrio di potere e possono portare alla sorveglianza, all’arresto o alla privazione della libertà di una persona fisica, nonché ad altri impatti negativi sui diritti fondamentali garantiti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”, spiega il regolamento. “È pertanto opportuno classificare come ad alto rischio (…) una serie di sistemi di IA destinati a essere utilizzati nel contesto delle attività di contrasto in cui l’accuratezza, l’affidabilità e la trasparenza sono particolarmente importanti per evitare conseguenze negative impatti, mantenere la fiducia del pubblico e garantire la responsabilità e un ricorso efficace”. Tuttavia, tali principi non sembrano applicarsi ai procedimenti fiscali, che potranno avvalersi di strumenti innovativi a maglie larghe, in virtù di una sorta di esenzione per materia al contrario di quanto previsto per il contrasto dei reati.
L’approccio basato sul rischio
L’idea centrale del regolamento è quella di regolare l’intelligenza artificiale in relazione alla sua potenziale capacità di arrecare danni alla società, seguendo un approccio “basato sul rischio”: tanto maggiore è il rischio, tanto più rigorose sono le norme applicate. Si passa dal rischio minimo, che richiede adempimenti minimi, ad un rischio elevato, oltre al rischio inaccettabile, che sarà vietato. Nel caso di rischio elevato, quindi, secondo una lista di rischi inserita nell’Allegato 3 del regolamento, i sistemi dovranno essere sottoposti a una procedura rafforzata per essere immessi nel mercato dell’Unione europea. Questi rischi possono riguardare la biometrica, infrastrutture critiche, l’istruzione o l’accesso a servizi pubblici.
Le eccezioni
Considerando le specificità delle autorità di contrasto e la necessità di preservare la loro capacità di utilizzare l’intelligenza artificiale, il testo del regolamento ha previsto diverse modifiche alla proposta della Commissione relative all’uso dei sistemi di IA. Ad esempio, è stata introdotta una procedura di emergenza che consente alle forze dell’ordine di utilizzare strumenti di IA ad alto rischio che non hanno superato le procedure di valutazione della conformità in caso di urgenza. Tuttavia, si prevede anche un meccanismo specifico per garantire che i diritti fondamentali siano sufficientemente tutelati da eventuali abusi dei sistemi di IA. Inoltre, per quanto riguarda l’uso di sistemi di identificazione biometrica in tempo reale negli spazi accessibili al pubblico, il testo chiarisce gli obiettivi in cui tale uso è strettamente necessario per scopi di contrasto e per i quali le autorità dovrebbero quindi essere eccezionalmente autorizzate a utilizzare tali sistemi. Il regolamento prevede garanzie aggiuntive e limita tali eccezioni ai casi di vittime di determinati reati come gli attacchi terroristici, e alla ricerca di persone sospettate dei crimini più gravi.
Matteo Rizzi, ItaliaOggi