“Esprimo un giudizio di assoluta condanna, quello che è successo è gravissimo, comportamenti vili che non solo offendono la dignità della vittima ma tradiscono lo spirito stesso del gioco del calcio e i valori che dovrebbe trasmettere”. Così, in una intervista alla Gazzetta dello Sport, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi (nella foto). È già intervenuto in qualche modo sul caso Maignan? “Ho subito chiesto al Capo della polizia di fare ogni sforzo per individuare prima possibile chi si è macchiato di una simile condotta. E già c’è stata l’identificazione di una persona. Lo sport rappresenta una straordinaria opportunità di comunicazione, promozione e crescita ma questi gesti odiosi, commessi da un pugno di delinquenti che tentano di nascondersi tra la folla, recano discredito a un’intera comunità e trasmettono un’idea distorta del nostro Paese”. L’Udinese, così come la città di Udine, stanno facendo tutto il possibile per cancellare questa macchia. “Udine, come tutto il Friuli, è da sempre terra di accoglienza e di integrazione, crocevia di tante culture, che ha fatto del rispetto e della tolleranza la propria cifra distintiva”. Pensa servano punizioni più severe? “Quanto accaduto- ha risposto ancora Piantedosi- deve farci riflettere sulla necessità di rendere ancora più efficaci le sanzioni per colpire i singoli responsabili di questi atti inaccettabili. Vanno individuati strumenti che, oltre alla chiusura degli stadi e delle curve, rendano ancora più incisiva la risposta dello Stato verso gli autori di questi gravissimi gesti. Anche in considerazione del fatto che la decisione di sospendere una partita potrebbe scontare la difficoltà dei possibili riflessi sulla sicurezza e sull’ordine pubblico”.