Querce, faggi, castagni, platani, cipressi, gelsi e ippocastani. Veri e propri patriarchi della natura, esemplari unici per caratteristiche botaniche e morfologiche come l’altezza o la circonferenza del tronco, ma anche per l’alto valore storico e paesaggistico e il richiamo turistico che sono in grado di esercitare.La Regione rafforza la tutela degli alberi monumentali dell’Emilia-Romagna (nella foto, il presidente Stefano Bonaccini) – 622 quelli finora riconosciuti in tutto il territorio, da Piacenza a Rimini – e lo fa grazie ad una legge: il progetto di legge della Giunta approvato lo scorso luglio, infatti, ha ottenuto oggi il via libera dall’Assemblea legislativa Un provvedimento in linea con la normativa nazionale, che aggiorna una precedente legge regionale e che stanzia 935.000 euro di risorse regionali per gli interventi ordinari nel triennio 2023-2025. Risorse che serviranno per finanziare, attraverso l’emanazione di bandi ad hoc, i progetti di cura e di tutela sia da parte degli enti pubblici che dei privati. E sfiora un milione di euro l’investimento effettuato dalla Regione dal 2021 ad oggi per la cura e gestione dei patriarchi della natura.Il testo legislativo, oltre a definire i criteri e le procedure per l’individuazione e l’iscrizione nell’apposito elenco degli alberi monumentali, estende per la prima volta la tutela anche ai boschi vetusti regionali. Quei boschi, cioè, che da almeno 40 anni non hanno subito interventi dalla mano dell’uomo e che per questo motivo vantano caratteristiche peculiari, di grande pregio naturalistico e sotto il profilo della biodiversità. La tutela sarà riconosciuta dopo un esame approfondito delle candidature pervenute. “Siamo stati la prima Regione italiana, nell’ormai lontano 1977, a varare norme di salvaguardia e valorizzazione degli alberi monumentali- ricorda l’assessora regionale ai Parchi e forestazione, Barbara Lori-. Con la legge approvata oggi rafforziamo la tutela di esemplari arborei che costituiscono un bene comune di grande interesse sul piano ambientale, paesaggistico e storico. Un patrimonio naturalistico di straordinaria importanza che vogliamo valorizzare sempre di più anche sul versante della comunicazione, consapevoli che questi giganti della natura possono rappresentare una leva di attrazione e promozione turistica soprattutto per i territori appenninici. Significativo- conclude Lori- aver inserito nel testo legislativo norme di tutela ad hoc per i boschi vetusti, una preziosa risorsa per la tutela della biodiversità della nostra regione”.