Nel 2023, si prevede per la Romagna un calo della produzione pari a -2,3% per poi rimbalzare parzialmente a +0,8% nel 2024. E’ quanto rende noto Confindustria Romagna che a Cesena ha fatto il punto della situazione per l’economia locale, anche a seguito dell’alluvione di maggio. “Va detto – spiega il presidente di Confindustria Romagna Roberto Bozzi – che, al di là dell’emergenza climatica vissuta dalla Romagna, si legge un rallentamento a livello generale rispetto al 2022, quando il PIL era cresciuto del +3,7%: nello scenario base, che non include gli effetti delle misure contenute del DDL Bilancio, il Centro Studi nazionale prevede un incremento annuo del +0,7%, già interamente acquisito. La crescita nel 2024 è prevista al +0,5%, mentre a marzo la stima era oltre il doppio, +1,2%”. Il rallentamento, che riguarda il secondo semestre, è dovuto all’effetto negativo dei tassi di interesse elevati sulle imprese e sulle famiglie, e a una dinamica negativa del commercio internazionale. A soffrire sono principalmente i cosiddetti settori energy intensive (come carta, chimica, metalli non metalliferi e metallurgia), e quelli che rientrano nella filiera delle costruzioni (legno, prodotti in metallo, ma anche alcuni dei già citati energivori). I livelli produttivi di questi settori si collocano ormai tutti sotto i valori medi del 2019. Anche gli investimenti sono previsti in frenata nel 2024: -0,1% la stima del CSC, in forte ridimensionamento rispetto agli anni scorsi (crescevano del 9,7% nel 2022 e invece saranno fermi nel 2024), “per effetto – sottolinea Bozzi – soprattutto di una perdurante intonazione restrittiva della politica monetaria, che sta avendo un impatto più profondo dell’atteso e continuerà ad averlo per un periodo più lungo, e anche del minor ammontare di investimenti realizzati con il PNRR rispetto a quanto programmato nel DEF di aprile scorso”. Nello scenario CSC le esportazioni italiane di beni e servizi, dopo un’espansione quasi in doppia cifra nel 2022 (+9,9%), registrano una battuta d’arresto nel 2023 (+0,8%) e accelerano gradualmente nel 2024 (+2,3%), sotto ai ritmi medi di crescita del periodo pre-pandemia (+2,5% nel 2012-2019) ma in linea con il commercio mondiale. Quanto al post alluvione, “la tenuta è stata ottima, ma i danni non sono scomparsi: le imprese colpite – chiosa Bozzi – hanno ripristinato in tempo record l’indispensabile per proseguire l’attività e non perdere quote di mercato, ma come abbiamo detto più volte questo non significa che le difficoltà siano state risolte o i problemi cancellati. Ci auguriamo che l’arrivo dei ristori possa portare un po’ di sollievo a tutte le persone colpite e alle nostre aziende che fino ad oggi si sono rialzate da sole, con coraggio e determinazione, senza piangersi addosso. Questo anche grazie ad una cultura del fare impresa che è parte del DNA della gente di Romagna”.