Gli scienziati guidati dal professor Tony Wyss-Coray dell’Università di Stanford hanno sviluppato un metodo innovativo per analizzare l’invecchiamento degli organi umani attraverso un semplice test del sangue. La scoperta, pubblicata su Nature, potrebbe rivoluzionare la nostra capacità di prevedere il rischio di malattie e gli effetti dell’invecchiamento su scala individuale. L’analisi, condotta su oltre 5.000 individui, ha rivelato che quasi il 20% della popolazione mostra un invecchiamento accelerato in uno specifico organo. Questa accelerazione potrebbe aumentare il rischio di morte e suggerire la presenza di malattie specifiche per l’organo interessato. Ad esempio, un invecchiamento accelerato del cervello e dei vasi sanguigni potrebbe prevedere la progressione della malattia di Alzheimer. L’invecchiamento comporta la deteriorazione della struttura e della funzione dei tessuti, aumentando drasticamente il rischio di molte malattie croniche. Studi precedenti sugli animali hanno dimostrato che l’invecchiamento varia tra gli individui e anche tra gli organi all’interno di un individuo. Tuttavia, non era chiaro se questo fosse vero negli esseri umani e quale fosse il suo effetto sulle malattie legate all’età. Inoltre, si sapeva poco su come gli organi umani cambiano a livello molecolare con l’età. Il team di Wyss-Coray ha valutato i livelli di proteine nel plasma sanguigno, originarie di organi specifici, per misurare le differenze di invecchiamento tra gli organi degli individui viventi. Utilizzando modelli di apprendimento automatico, gli autori hanno analizzato l’invecchiamento in 11 organi principali, tra cui il cervello, il cuore e il rene, in 5.676 adulti lungo l’intera durata della vita. Dopo aver stimato l’età degli organi, hanno scoperto che quasi il 20% della popolazione mostra un invecchiamento fortemente accelerato in un organo, e l’1,7% mostra un invecchiamento in più organi. L’invecchiamento accelerato degli organi è stato associato a un aumento del rischio di morte del 20-50%, e le malattie specifiche degli organi sono state collegate a un invecchiamento più veloce degli stessi. Individui con un invecchiamento accelerato del cuore hanno mostrato un aumento del 250% del rischio di insufficienza cardiaca. Inoltre, l’invecchiamento accelerato del cervello e dei vasi sanguigni è risultato predire la progressione della malattia di Alzheimer con la stessa forza del tau fosforilato, attualmente il miglior marcatore diagnostico basato sul sangue per la malattia di Alzheimer. Questa scoperta potrebbe aprire nuove strade nella prevenzione e nel trattamento delle malattie legate all’invecchiamento, consentendo interventi tempestivi basati sul rischio individuale. La ricerca dimostra che il nostro sangue può raccontare la storia dell’invecchiamento dei nostri organi, aprendo la strada a una medicina personalizzata che tiene conto delle specificità di ciascun individuo.