Non è ancora arrivato l’ordine di stringere la cinghia, di risparmiare a più non posso, di razionalizzare quello che si può razionalizzare. Tutto vero quello che dicono? La Regione attraversa un brutto momento? Gli attacchi si moltiplicano e gli incerti si schierano. Nessuno sa come andrà a finire, neanche i protagonisti. E’ il momento di schierarsi da una parte o dall’altra guardando più agli sviluppi delle vicende politiche nazionali, o di stare immobili, cercando di passare inosservati? Pare che la nota della scorsa settimana sia stata letta con avidità e preoccupazione assieme. Segno che almeno alcuni colpi sono andati a segno. D’altra parte la Mappa del Potere rappresenta con una certa approssimazione la realtà della sanità laziale, e legge tra le righe quello che sanno e colgono gli addetti ai lavori. La grande platea, gli utenti, si trova a dover digerire un mediocre prodotto finito, un brutto servizio, carente, approssimativo. Colpa di tutti e di nessuno. I Dg vanno a pontificare ai convegni, lanciano slogan e parole d’ordine, poi finiscono per premiare l’amico dell’amico, per scegliere quel canale piuttosto che un altro nella logica degli scambi di favori. L’utente? In fondo, a fare la fila. Se poi alcuni manager volano più alto, rischiano qualcosa, ci mettono la faccia e combinano qualcosa è affare loro, è la vetrina di chi sale e chi scende; per altri la oscura routine è legge, meno si parla di loro meglio è. Eppure ci sono delle scelte del governatore che possono essere sostenute o contestate, in base ai punti di vista. Ma scatta il momento delle amnesie, dell’imbarazzo. La sicurezza espressa sul palco del convegno svanisce di colpo. E Rocca si chiede: ma da che parte sta quello? E intanto aggiorna la sua lavagna in attesa della resa dei conti finale. In primavera?
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio