L’assemblea del Cnel ha approvato a maggioranza il documento finale sul lavoro povero e salario minimo.
Nel documento si valorizza “la via tradizionale” della contrattazione collettiva. Sul documento finale hanno votato contro Cgil, Uil e Usb.
L’assemblea non ha approvato la proposta presentata dai cinque esperti, tra quelli nominati dal presidente della Repubblica, sulla sperimentazione della tariffa retributiva minima da affiancare alla contrattazione salariale.
Secondo quanto si è appreso, la maggioranza sarebbe ora orientata ad avanzare il 18 Ottobre in Aula la richiesta di un rinvio in commissione alla Camera per approfondire il documento del Cnel. La richiesta sarebbe avanzata perché la maggioranza si riserverebbe l’opportunità di presentare delle proposte in merito.
Il documento del Cnel sul salario minimo “è l’esito di uno straordinario percorso che in 60 giorni è arrivato a produrre un testo importante approvato a larga maggioranza. L’11 agosto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, chiedeva al Cnel se eravamo in grado di redigere un testo di osservazioni e proposte. Oggi è 12 ottobre, in 60 giorni questa casa, la casa dei corpi intermedi, ha prodotto un testo sostenuto della stragrande maggioranza” dei consiglieri. Così il presidente del Cnel, Renato Brunetta, nella foto, in conferenza stampa dopo l’assemblea che ha approvato il documento, “ringraziando la presidente Meloni, a cui oggi stesso nel pomeriggio invierò il testo”.
“In passato il sindacato era unitario”, ora “solo la Cisl è rimasta sulla stessa idea, con il no ad una legge sul salario minimo. Non più Cgil e Uil. Se il sindacato si è diviso, legittimamente, anche il Cnel ha dovuto tenere conto di questo”. Lo dice Renato Brunetta, secondo cui, nel lavoro per il documento sul salario minimo, il Cnel “è partito dalla direttiva europea e non dai dibattiti parlamentari”. “La legge non sostituisce la contrattazione, ma serve per rafforzare la contrattazione. Avere una contrattazione forte è l’unica garanzia per un mercato del lavoro efficiente, equo. La buona contrattazione produce buone regole”. Brunetta sottolinea inoltre che in Italia “il tasso di copertura della contrattazione è vicino al 100%”.
“La destra non si nasconda dietro la decisione del Cnel sul salario minimo, organismo che tra l’altro risulta spaccato e diviso. Il luogo in cui affrontare questa discussione è il Parlamento. La maggioranza venga in aula la prossima settimana e ci dica cosa intende fare nei confronti della nostra proposta di legge sottoscritta da migliaia di cittadini. Una proposta che parla ad oltre 3 milioni di lavoratori e che affronta in maniera seria il problema del lavoro povero, fissando una soglia minima a 9 euro l’ora sotto la quale non parliamo più di lavoro, ma di sfruttamento”. Lo dice il deputato e membro della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
“La destra usa il Cnel per dire No al salario minimo. Non hanno il coraggio di farlo alla luce del sole e si rifugiano dietro organismi di rilevanza costituzionale che andrebbero preservati da strumentalizzazioni politiche”. Lo dichiara in una nota il capogruppo del Partito Democratico in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto. “Questo accade nel giorno in cui il Cnel si spacca, fatto senza precedenti nella storia – aggiunge Scotto -. La proposta di rinvio del salario minimo in Commissione – visto che è previsto il voto il 17 ottobre in Parlamento dopo due mesi di rinvio – è una fuga vigliacca dal Paese reale e dalla crisi del potere d’acquisto di milioni di persone. Per noi rinviare ancora è semplicemente irricevibile”, conclude.
ANSA