(di Tiziano Rapanà) Hallelujah! Finalmente si fa di tutto per preservare le nostre radici cristiane. E non è come qualcuno malignamente può pensare. Non è un’intrusione ma un tenere in piedi la nostra italianità, che ha il suo punto fermo nell’essere cristiani (alla maniera crociana e pertanto pienamente laica). Cosa è successo? Vi spiego subito. La deputata leghista Simona Bordonali ha presentato una proposta di legge che richiede l’esposizione obbligatoria del crocifisso nei luoghi pubblici (scuole, porti, stazioni eccetera). E per chi non ne vuole sapere, multa fino a 1000 euro. Per Bordonali, il crocifisso rappresenta un valore universale della cultura cristiana e costituisce un elemento essenziale del patrimonio italiano. Finalmente si mette un punto fermo ad anni di insostenibile dibattito, che ha favorito il disprezzo di uno dei nostri simboli. Ovviamente – e lo ripeto fino alla noia – non si mette in discussione la laicità dello Stato, ma si ribadisce l’abc del nostro essere cittadini in una società culturalmente legata alla cristianità nelle chiese e nei musei e nelle straordinarie opere d’arte. Siamo italiani perché discendiamo da Foscolo, Leopardi, Boccaccio. Ma dobbiamo molto anche a Mantegna che fece uno straordinario dipinto raffigurante il Cristo morto. E non dimentichiamoci del genio di Michelangelo che affrescò parte della cappella Sistina (ricorderete certamente il suggestivo Giudizio universale). E posso continuare fino all’infinito. Se scoppia una polemica sul tema, mi arrabbio. Perché è stupido guerreggiare sul crocefisso così come è demenziale dibattere sulla nostra bandiera italiana o sull’inno. Certi temi non si possono mettere in discussione. L’immagine di un uomo sofferente non può generare divisioni, dovremmo essere tutti commossi e colpiti dal martirio di Cristo in croce.