Oltre 12 mln di comunicazioni sulla cessioni dei crediti edilizi (12,5 mln) saranno filtrate dall’Agenzia delle entrate. Sono, inoltre, 146 mld le cessioni dei crediti comunicati e di questi 23,3 mld sono stati utilizzati in compensazione in F24 cioé per pagare le tasse, resta uno stock di 123,6 mld di cui l’Agenzia non ha contezza di quale sia la percentuale di incaglio essendo il dato riferito alla comunicazione di cessione. La cifra dei 12 mln rappresenta il 70% delle comunicazioni inviate alla piattaforma sui crediti fiscali gestita dall’Agenzia delle entrate e che sarà oggetto di controllo preventivo con contestuale possibile sospensione della cessione. Il numero di operazioni transitato al 30 agosto sulla piattaforma è pari a 17.860.580 comunicazioni. L’Agenzia guidata da Ernesto M. Ruffini per il 2023, ha preso l’impegno, riportato nella convenzione con il ministero dell’economia, di scrutare il 70% delle comunicazioni di cessioni per garantire il rispetto del parametro di analisi rischio. Sempre fronte agenzia questa attività di prevenzione dovrebbe consentire di recuperare un miliardo circa nel 2023 e 3,6 mld nel triennio (si veda ItaliaOggi del 26/7/23). Alle comunicazioni saranno applicati 8 dei 10 indicatori di rischi predisposti per il contrasto alle frodi. Al momento le frodi contestate sui bonus edilizi dal lavoro di sinergia di Gdf e Agenzia è arrivata alla quota di 12,8 mld di euro comprendendo sia i sequestri sia i blocchi preventivi in attesa di verifiche documentali.
All’indomani del mal di pancia del ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, sull’indigesto Superbonus per orientarsi nei numeri e nelle stime occorre tornare indietro di qualche mese e più precisamente a maggio 2023 quando in audizione (documento depositato) sia il direttore del dipartimento Giovanni Spalletta, sia il ragioniere dello stato Biagio Mazzotta hanno fornito alcune indicazioni sulla tenuta dei bonus edilizi nel loro complesso.
In particolare già a maggio i due super tecnici del ministero dell’economia evidenziavano che in prospettiva: « la stima del superbonus e degli altri bonus edilizi aggiornati sulla base degli ultimi dati disponibili è di oltre 116 mld di euro nell’orizzonte temporale considerato in particolare le previsioni relative al superbonus 110% si collocherebbero a 67,12 mld e quelle del bonus facciate a 19 mld». L’orizzonte preso in esame è quello dal 2020 al 2035. La differenza totale per i tecnici dello scostamento ammonterebbe a 45,2 mld di euro. Preoccupazione è manifestata da Federica Brancaccio, presidente di Ance per lo stallo proprio sui crediti incagliati «spero si esca dallo scontro tra sostenitori e oppositori della misura e si trovi una soluzione per le famiglie, le imprese e i conti dello stato. Sui crediti incagliati», osserva il presidente di Ance, «si sta sottovalutando oltre la situazione delle imprese il dramma delle famiglia, centinaia di migliaia, per cui se non si dovesse trovare una soluzione la cura dell’austerità sarebbe davvero un boomerang». L’Ance come le altre associazioni tra cui anche Abi sono in attesa di sapere come il ministero intenda gestire anche il progetto di piattaforma crediti, le riunioni interlocutorie prima della pausa estiva sono finite con un nulla di fatto. Intanto un nuovo interesse da parte degli enti locali per l’acquisto dei crediti fiscali da parte delle società partecipata. Dopo la Basilicata, anche Calabria e Abruzzo hanno presentato una legge regionale per l’acquisto da parte delle società partecipate dagli enti dei crediti ceduti dalle imprese del settore edilizio. Infine si avvicina la dead line per la fine lavori nei condomini con la proroga al 30 settembre e riparte il pressing per la proroga.
Cristina Bartelli, ItaliaOggi