Nel secondo trimestre del 2023 la crescita dell’economia italiana segna una battuta di arresto. Il tasso di inflazione scende, ma rimane in doppia cifra per il ‘carrello della spesa’. Con la perdita del potere di acquisto delle famiglie cala il volume delle vendite al dettaglio, mentre la dinamica del gettito IVA rimane inferiore a quella dei prezzi. Torna a salire la fiducia delle imprese, dopo due cali consecutivi, si consolida l’aumento dell’occupazione – in particolare quella stabile – ma frena la domanda di lavoro prevista in autunno.
Segnali di recupero della produzione manufatturiera a maggio e giugno, ma persiste una flessione nella prima metà dell’anno, a fronte della tenuta dell’attività produttiva in Unione europea. Il ciclo economico internazionale rallenta e indebolisce l’export, su cui pesa la domanda calante della Germania in recessione. Stazionario il consumo industriale di elettricità mentre si consolidano i processi di efficientamento energetico della manifattura. Dopo uno straordinario ciclo espansivo, si riduce l’attività delle costruzioni.
Prosegue la discesa dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica, ma il segnale di prezzo si attenua nel mercato retail. Cala il consumo e l’import di gas dell’Italia, mentre i flussi in ingresso dalla Russia diventano marginali. Con la stretta monetaria prosegue la salita del costo del credito, si intensifica il calo dei prestiti alle imprese e peggiorano le prospettive del mercato immobiliare. In crescita, anche se limitata al punto percentuale, gli arrivi internazionali negli aeroporti italiani. Sul fronte della finanza pubblica prosegue la riduzione del rapporto debito/PIL.