Nel corso del 2022, l’Italia ha vissuto ben 2000 eventi estremi, tra cui “bombe d’acqua” e grandinate, che hanno causato gravi danni al territorio e difficoltà nella gestione idraulica. Nonostante questi fenomeni tragici, la crisi idrica non è stata risolta definitivamente, ma ha evidenziato l’importanza di un’adeguata infrastruttura idraulica per affrontare i cambiamenti climatici. Secondo l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), è urgente intervenire per riparare i danni causati dagli eventi estremi, al fine di evitare ulteriori rischi per le comunità. Tuttavia, per ricostruire e migliorare l’assetto idraulico in modo da garantire sicurezza agli investimenti produttivi, saranno necessari anni e maggiori risorse finanziarie rispetto a quelle sinora stanziate. L’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche ha evidenziato come gli effetti dell’anticiclone africano, che ha causato ondate di calore nei paesi del bacino mediterraneo, stiano influenzando le disponibilità idriche lungo la Penisola italiana. Le piogge delle scorse settimane, se non sostenute da adeguate infrastrutture, risultano solo temporanee. È quindi fondamentale che la politica delinei una strategia territoriale per affrontare i cambiamenti climatici. Le regioni settentrionali dell’Italia hanno subito una rapida diminuzione dei livelli dei grandi laghi, con il Verbano che è calato di oltre 60 centimetri e si trova attualmente al 47,6% di riempimento. Anche il Lario ha subito una riduzione del 50% della sua capacità, mentre il livello del Sebino è sceso di 30 centimetri (riempimento: 57,1%). Al contrario, il Benaco è diventato la principale riserva idrica del paese, con una capacità d’invaso al 69,3%. In diverse regioni italiane, come Piemonte, Liguria e Lombardia, si è registrato un deficit idrico significativo, con una diminuzione dei livelli dei fiumi e delle risorse idriche sotterranee. Alcuni fiumi, come il Po, hanno visto le proprie portate dimezzate rispetto a 15 giorni fa, scendendo al di sotto della media storica. Allo stesso tempo, in altre regioni come Veneto, Marche e Puglia, le portate dei fiumi sono superiori alle medie grazie alle precipitazioni. La situazione idrica in Italia centrale varia, con alcune regioni che mantengono portate fluviali in linea con le medie del passato, mentre altre registrano livelli bassi, come il lago Trasimeno in Umbria. Nel Lazio, i livelli dei laghi di Bracciano e Nemi continuano a diminuire, mentre le portate del fiume Tevere sono al di sotto della media. Nonostante le abbondanti precipitazioni invernali e primaverili, in Sicilia gli invasi idrici trattengono meno acqua rispetto all’anno precedente. Tuttavia, in Sardegna, le disponibilità idriche sono in leggero surplus rispetto all’anno scorso, sebbene alcune zone siano classificate a livello di allerta. La crisi idrica che l’Italia sta affrontando richiede un intervento urgente per migliorare l’infrastruttura idraulica e adottare misure a lungo termine per garantire la sicurezza idrica delle comunità italiane. La politica deve agire concretamente per affrontare i cambiamenti climatici e assicurare lo sviluppo sostenibile del paese.