È una strategia soft, non sbandierata ai quattro venti. Una occupazione di spazi e potere sotto traccia, poltrona per poltrona. Non se ne accorge nessuno. Ci sono dei playmaker estremamente accorti e intelligenti, da questo punto di vista e la regia generale prevede manovre avvolgenti, non aggressive. Sembra la trama di un romanzo politico. E’ la realtà di quanto sta accadendo nel mondo della sanità laziale in questi mesi, in queste settimane. Negli Stati Uniti ad ogni cambio di presidente si assiste allo spietato meccanismo dello spoil system, circa ventimila dirigenti e funzionari a Washington abbandonano gli uffici con i classici scatoloni tra le braccia. Il governatore Francesco Rocca è uomo di esperienza internazionale cui si aggiunge la pratica fatta in casa, al governo della sanità pubblica della capitale. Ha le spalle coperte dal governo, il link con il Ministro della salute e i suoi più stretti collaboratori è un dato acquisito. Quindi si è potuto dare delle linee di intervento, rompendo il tabù del rapporto con la sanità privata. E dei tempi, per giocare con il risiko delle poltrone. Ricordate il famoso gioco della settimana enigmistica, quello che unendo i puntini sulla carta fa emergere una figura? Ebbene basta fare lo stesso con la mappa del potere e del sotto potere della sanità laziale, collegare gli spostamenti sulla scacchiera, vedere chi di fatto conduce il gioco. E piano piano viene fuori la strategia. C’è una mezza dozzina di manager sospesi, sotto esame, e ci sono i sicuramente affidabili, o quelli sufficientemente protetti, appartenenti ad etnie politiche o degli affari con i quali è più sicuro fare accordi e compromessi che sfide all’Ok Corral. Niente nomi e cognomi, questa volta. Ma basta farsi un giro nei corridoi del primo piano della Regione…
Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio