È trascorso un mese dalla ricertificazione B Corp di D’orica, azienda benefit vicentina specializzata nella creazione di gioielli in oro; a tre anni dalla prima certificazione e dopo mesi di scrupolosa analisi da parte dell’ente esaminatore B Lab, a maggio 2023 è stata confermata, nero su bianco, l’attività d’intervento dell’azienda sul bene comune, promotrice di buone pratiche attraverso il soddisfacimento di prestazioni virtuose negli ambiti sociale e ambientale.
Uno degli aspetti più importanti, visto il settore in cui opera D’orica, è l’attenzione attribuita alla provenienza trasparente e virtuosa dell’oro impiegato. Inoltre, per ogni altro materiale necessario allo svolgere dell’attività, sono valutati, di volta in volta, fornitori che dimostrano una concreta adesione ai criteri di sostenibilità e riciclo. Ma c’è di più.
I 200 quesiti analizzati da B Lab hanno riguardato 5 aree ben precise: governance, rapporto con i lavoratori, rapporto con i clienti, area ambiente e area della comunità; il risultato delle risposte e della documentazione fornite da D’orica ha raggiunto il punteggio totale di 95,6, superiore di 7,5 punti rispetto alla performance del febbraio 2019.
Se attualmente in Italia le aziende B Corp sono 220, D’orica mantiene un primato di tutto rispetto: è stata la prima azienda industriale orafa al mondo a ottenere la certificazione.
Ma non è questo il vero traguardo rincorso dagli Zonta, la famiglia che 34 anni fa ha dato inizio a un’avventura imprenditoriale oggi ramificatasi in alcuni dei più floridi mercati mondiali: “Dichiarando formalmente il nostro impegno in tutte le attività legate a B Corp – evidenzia l’amministratore Federico Zonta – intendiamo divenire promotori di una consapevolezza che si espande a macchia d’olio su ogni realtà del settore collegata a D’orica, così da contribuire al mantenimento di un circolo virtuoso in costante perfezionamento. Sono innumerevoli i benefici derivati da questa visione; nel nostro caso, una governance interna gestita virtuosamente, a esempio, già nel breve periodo porta a una maggiore responsabilizzazione dei collaboratori interni (da noi il termine “dipendenti” viene impiegato solo in ambito burocratico) nello svolgere il proprio compito. Ciò che consegue, nel lungo periodo, è una fidelizzazione degli stessi nei confronti dell’azienda, che viene vissuta come luogo armonico e sereno, un posto dove coltivare le competenze tanto quanto la propria crescita personale, la capacità di interagire con l’altro sotto un profilo umano e arricchente. Ne siamo convinti: non si ottengono prodotti di eccellenza senza persone che lavorano in un contesto di eccellenza”.