Nessun rinvio al 30 settembre per versare l’imposta sostitutiva legata al rimpatrio degli utili esteri. Il decreto bollette-bis (dl. n. 79/2023) pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 28 giugno che avrebbe dovuto contenere il rinvio, non prevede alcuna norma al riguardo. Sembra esserci stato un corto circuito, o meglio il più classico degli errori umani, nella comunicazione di Palazzo Chigi, con sconforto (e perplessità) da parte degli operatori che avevano fatto affidamento sulle anticipazioni fornite dal Governo nel comunicato stampa diramato a valle della seduta del 27 giugno.
Andiamo per ordine. Nella bozza del cd. decreto bollette-bis circolata prima della riunione del Consiglio dei Ministri di martedì 27 giugno non vi era effettivamente traccia della proroga del versamento per il rimpatrio degli utili esteri. Sembrava che nel corso della riunione il testo fosse stato modificato al fine di prevedere anche detto rinvio. Così risultava dalla lettura del comunicato stampa n. 41 diffuso da Palazzo Chigi a conclusione della riunione del Governo che contrariamente al testo annunciava la proroga. Il decreto-legge pubblicato in gazzetta ufficiale sconfessa quanto riportato nel comunicato stampa, tanto da essere identico alla versione circolata ante riunione.
Vista l’incongruenza, è stato anche “modificato” l’originario comunicato stampa, che nella versione ora disponibile sul sito del Governo, non fa più menzione della (presunta) proroga.
Pare essersi trattato di un errore contenuto nel comunicato, probabilmente predisposto con largo anticipo rispetto alla riunione del governo. Ciò parrebbe confermato dal fatto che, a ben vedere, il comunicato conteneva una imprecisione laddove giustificava il rinvio “nelle more dell’adozione dei previsti provvedimenti attuativi”. Il DM attuativo in realtà già esisteva in quanto emanato il 26 giugno, cioè il giorno prima della riunione del Governo.
La scadenza resta. Al di là dei motivi del corto circuito informativo, la certezza è che il termine per il versamento della sostitutiva (in un’unica soluzione e senza compensazione) resta quello originariamente previsto, ossia quello per il versamento del saldo IRES dovuto per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022. Ciò significa, per i soggetti “solari”, oggi 30 giugno 2023. I codici tributo, diversi a seconda della tipologia di affrancamento operato, sono stati istituiti con la ris. n. 34/23.
Maggiorazione dello 0,40% per i ritardatari. Da ieri i contribuenti cerchino di capire quale comportamento assumere. Si ripropongono i dubbi e le problematiche legate alla possibilità di non rispettare la scadenza odierna e valutare la possibilità di effettuare un pagamento tardivo, sia corrispondere la sostitutiva entro il 30 luglio (31, cadendo il 30 di domenica) con la maggiorazione dello 0,40% sia eventualmente corrisponderla oltre detto termine avvalendosi dell’istituto del ravvedimento operoso. Possibilità queste non certe ma che sembrano poter trovare appiglio alla luce di quanto riportato nella relazione illustrativa al DM attuativo del 26 giugno. Si legge in fatti che “L’omesso o il carente versamento non fa venire meno l’efficacia dell’opzione ma si applicano, in tal caso, le ordinarie regole in materia di accertamento, di riscossione, di contenzioso e di sanzioni previste per le imposte sui redditi.” Ciò porterebbe a ritenere come il versamento (esatto o meno che sia) non rappresenta una condizione necessaria (anche se non sufficiente) per esercitare l’opzione nel mod. Redditi 2023. Con la conseguenza che una volta posto in essere tale adempimento (necessario per fruire dell’affrancamento), gli aspetti legati al versamento dell’imposta sono gestibili con gli ordinari strumenti. Non sembrano dover esserci ulteriori evoluzioni sull’argomento, ma è evidente che data la confusione creatasi, se non fosse condivisa la lettura sopra riportata circa i versamenti tardivi, una riapertura dei termini di versamento potrebbe agevolare i contribuenti che stanno ancora operando le valutazioni di convenienza della disciplina.
Francesco Leone e Raniero Spaziani, ItaliaOggi