Il Monitor dei distretti industriali del Triveneto al quarto trimestre 2022, curato dalla Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo, nella foto l’a. d. Carlo Messina, riporta che nel 2022 le esportazioni dei distretti di Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia ammontano a 42,2 miliardi di euro, registrando un aumento di 5 miliardi di euro rispetto al 2021 (+13,5% a prezzi correnti). Sebbene la crescita complessiva nel 2022 sia stata leggermente inferiore al dato nazionale (+14,2% sul 2021), l’area del Triveneto si conferma una delle più rilevanti in termini di esportazioni, rappresentando il 27,5% del totale nazionale.
La migliore performance regionale in termini di crescita spetta al Friuli-Venezia Giulia, con un aumento del 17,9% sul 2021 (+491,6 milioni di euro). Il Veneto registra un aumento del 14,2% (pari a +4,2 miliardi di euro) e il Trentino-Alto Adige segna un aumento del 6,8% (pari a +345,9 milioni di euro). Nel complesso, i distretti del Triveneto hanno superato i livelli di esportazione registrati nel periodo pre-pandemico (+21%).
Nel quarto trimestre del 2022, nonostante lo scenario di rallentamento globale dell’economia, le imprese distrettuali del Triveneto hanno mantenuto una sostanziale tenuta commerciale nei mercati esteri, registrando un aumento del 9,2% rispetto allo stesso periodo del 2021. Le principali aree di incremento delle esportazioni rispetto al 2021 sono l’Europa (+2,2 miliardi di euro), il Nord America (+1,2 miliardi), l’Asia Orientale (+413 milioni di euro) e il Medio Oriente (+386 milioni di euro). Tuttavia, il mercato europeo rimane il principale sbocco per le imprese distrettuali del Triveneto, anche se il suo peso si è ridotto leggermente rispetto al periodo pre-pandemico (48,9% rispetto al 48,3%).
Le importazioni nel periodo ottobre-dicembre 2022 hanno registrato una robusta ripresa (+57,9%) dei flussi in entrata dall’Asia Centrale, principalmente dal Bangladesh e dall’India, principalmente nel settore tessile e dell’abbigliamento.
Il saldo commerciale dei distretti del Triveneto nel 2022 è stato positivo, ammontando a 24 miliardi di euro, in netta ripresa rispetto all’anno del Covid-19, quando si era toccato il livello minimo di 20 miliardi di euro. L’avanzo commerciale dei distretti del Triveneto rappresenta quasi un terzo del totale nazionale (27,3%), con il Veneto che contribuisce al 21,8% di questo risultato.
Tra i distretti del Veneto, l’Occhialeria di Belluno ha registrato la migliore crescita delle esportazioni nel 2022, raggiungendo 3,6 miliardi di euro, con un aumento di
+13,8% rispetto al 2021. Seguono il Distretto dell’Abbigliamento di Treviso, che ha registrato un aumento del 10,4% raggiungendo 3,2 miliardi di euro, e il Distretto del Calzaturiero di Riviera del Brenta, che ha segnato una crescita del 7,9% raggiungendo 2,8 miliardi di euro.
Nel settore manifatturiero, il comparto delle macchine elettriche ed elettroniche ha ottenuto risultati positivi, con un aumento delle esportazioni del 15,7% rispetto al 2021. Anche il settore del legno-arredo ha registrato una crescita significativa, con un aumento del 13,4%. Altri settori che hanno contribuito alla crescita delle esportazioni includono il tessile e l’abbigliamento (+12,7%), la meccanica strumentale (+12,6%) e l’agroalimentare (+11,2%).
Le principali destinazioni delle esportazioni dei distretti del Triveneto nel 2022 sono state la Germania, che rappresenta il principale mercato di sbocco con una quota del 12,2% sul totale delle esportazioni, seguita dalla Francia (7,7%), dagli Stati Uniti (7,3%) e dal Regno Unito (6,9%). In termini di continenti, l’Europa rimane il principale mercato di destinazione, rappresentando il 48,9% delle esportazioni totali, seguita dall’Asia (23,6%) e dal Nord America (13,7%).
Complessivamente, i dati confermano la solidità e la competitività dei distretti industriali del Triveneto, nonostante le sfide legate alla pandemia. Le imprese della regione hanno saputo adattarsi alle nuove dinamiche globali e sfruttare opportunità di mercato, mantenendo una forte presenza internazionale e contribuendo in modo significativo all’economia italiana.