Il Consiglio di Amministrazione di Webuild, nella foto l’a. d. Pietro Salini, ha approvato il Bilancio Consolidato e il Progetto di Bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2022, incluso i “Dati Consolidati Adjusted”, e le linee strategiche del Gruppo e le proiezioni economico-finanziarie 2023-2025 (“Roadmap al 2025”).
I Ricavi adjusted, relativi all’esercizio 2022, sono pari a €8.163 milioni (€6.691 milioni nel corso del 2021), e segnano una crescita su base annua di €1.472 milioni pari al 22%. L’incremento dei ricavi, nonostante il difficile contesto macroeconomico e le dinamiche inflattive, trova fondamento nella qualità del portafoglio ordini, nel lavoro svolto in partnership con i propri clienti e la filiera, come anche l’efficacia nella gestione contrattuale.
I principali contributi sono riferibili allo sviluppo delle attività operative in Italia, che beneficiano, tra l’altro, dei positivi effetti derivanti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), tra cui l’Alta Velocità/Alta Capacità ferroviaria Milano-Genova, Napoli-Bari e Verona-Padova, oltre che ad alcuni grandi progetti all’estero tra cui, in particolare, le commesse negli Stati Uniti del Gruppo Lane e l’impianto idroelettrico Snowy 2.0 in Australia.
L’EBITDA adjusted è pari a €572 milioni (€451 milioni nel 2021), mentre l’EBIT adjusted è pari a €321 milioni (€198 milioni nel 2021). L’incremento dell’EBIT adjusted pari a €124 milioni è riconducibile soprattutto alle commesse che hanno contribuito maggiormente alla produzione in Italia e in Australia ed è stato preservato anche grazie all’utilizzo di strumenti di “pass through” e mitigazione dei rischi in contratti che vedono come controparte prevalentemente enti pubblici.
La gestione finanziaria evidenzia oneri netti per circa €73 milioni rispetto a €92 milioni dell’esercizio 2021. Tale voce comprende:
- oneri finanziari per € 213 milioni (€ 190 milioni), parzialmente compensati da proventi finanziari per € 119 milioni (€ 88 milioni);
- risultato della gestione valutaria positivo, pari a €20 milioni (positivo per €10 milioni nel 2021).
Il risultato prima delle imposte adjusted si attesta a €252 milioni (€80 milioni nel 2021).
Le imposte sul reddito adjusted ammontano a €109 milioni (€111 milioni nel 2021) e risentono principalmente delle dinamiche reddituali delle Società partecipate e dei diversi regimi impositivi vigenti nei paesi in cui il Gruppo opera.
Il risultato adjusted delle attività continuative è positivo per €143 milioni (perdita di €31 milioni nell’esercizio 2021).
Il risultato delle attività operative cessate evidenzia un onere netto di €18 milioni riferibile alla chiusura di attività all’estero che facevano capo ad ex Astaldi e che non rispondono alle strategie di pianificazione commerciale e industriale del Gruppo (principalmente, alla divisione “Astaldi Georgia” per i dati reddituali dell’esercizio 2022).
L’utile attribuibile alle interessenze dei terzi è pari a €7 milioni (utile pari a €26 milioni nell’esercizio 2021).
Le dinamiche sopra descritte determinano un utile netto adjusted attribuibile al Gruppo di €118 milioni (perdita pari a €56 milioni nell’esercizio 2021).
La posizione finanziaria netta delle attività continuative al 31 dicembre 2022 è positiva per €265 milioni (cassa netta per €467 milioni nell’esercizio 2021). Il deciso miglioramento registrato nel secondo semestre 2022 (€662 milioni) rispetto al 30 giugno 2022 (indebitamento finanziario netto per €397 milioni) riflette l’accelerazione delle attività operative e significativi risultati ottenuti a livello commerciale dal Gruppo anche nell’esercizio in corso.
L’indebitamento lordo si attesta a €2.619 milioni, in riduzione di €35 milioni rispetto al 31 dicembre 2021 (€2.655 milioni). Al 31 dicembre 2022, l’86 % dell’ammontare outstanding dei finanziamenti corporate è a tasso fisso con le prime scadenze rilevanti nella seconda parte del 2024.
Si precisa in ultimo che il Gruppo riporta totale disponibilità liquide per €1.921 milioni, di cui circa €565 milioni sono detenuti a livello Corporate (includendo la Controllata Lane).
Nel 2022, il portafoglio ordini totale risulta pari a €53,4 miliardi, di cui €44,0 miliardi relativi a construction e €9,4 miliardi riferiti a concessions e operation & maintenance. Prosegue il trend di crescita del backlog construction di oltre il 15% rispetto all’esercizio 2021.
Il 92% del backlog construction del Gruppo è relativo a progetti legati all’avanzamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. In termini di geografie presidiate, proseguendo la strategia di derisking, il portafoglio ordini risulta prevalentemente distribuito tra Italia, paesi dell’Europa Centrale e del Nord, Stati Uniti ed Australia – principalmente in segmenti legati alla mobilità sostenibile quali l’alta velocità, il settore ferroviario e il settore stradale – portando i progetti in queste geografie al 76% del backlog construction. Di seguito la ripartizione geografica del portafoglio ordini totale e la ripartizione per aree di business del backlog construction: Il totale dei nuovi ordini acquisiti, comprensivo delle variation orders, ammonta a circa €16,1 miliardi di cui oltre l’80% è stato acquisito in geografie chiave con basso profilo di rischio.
Pietro Salini, nella foto, Amministratore Delegato: “Siamo particolarmente orgogliosi di aver conseguito risultati molto sfidanti, come coronamento di un progetto industriale strategico che ha ispirato le nostre azioni e le nostre scelte negli ultimi 10 anni, insieme alle 83.000 persone che oggi lavorano con noi nel mondo. Chiudiamo il 2022 con risultati in forte crescita e con un posizionamento che consente a Webuild di affermarsi sempre più come interlocutore strategico per il settore delle infrastrutture in Italia e all’estero, contando su una presenza fortemente ancorata nei mercati a basso rischio. Abbiamo raggiunto una dimensione maggiore che ci permette di essere sempre più competitivi, al servizio di clienti e comunità locali per la consegna di infrastrutture di qualità che ne migliorano la vita come metropolitane, ferrovie ad alta velocità, dighe, dissalatori, ponti. Il fatturato record di 8,2 miliardi è stato realizzato per il 70% all’estero, in paesi come Australia, Stati Uniti, Nord Europa, dove abbiamo investito in tecnologie innovative per progetti sostenibili e sicuri. La Roadmap al 2025 rappresenta il consolidamento di una nuova fase per Webuild e i 17.500 fornitori nel mondo che fanno sistema insieme a noi, attraverso la quale intendiamo rafforzare il ruolo di partnership con i governi dei paesi in cui opera con l’obiettivo di accelerare il processo di transizione ecologica ed energetica e rispondere ai principali megatrend in atto a livello globale, quali il cambiamento climatico, la crescita demografica, l’urbanizzazione e la scarsità di risorse, in particolare di acqua”.